Questo avverrà grazie a Coala – che sta per Copernicus applications and services for low impact agriculture in Australia - un progetto di ricerca finanziato con quasi 1,7 milioni di euro dal programma della Ue Horizon 2020 proposto e coordinato da un'impresa italiana, la Ariespace, spin off company dell'Università degli Studi Federico II di Napoli insieme ad altri dieci partner europei e australiani. E con Anbi Campania, che associa i Consorzi di bonifica e di irrigazione della regione, quale secondo partner italiano.
Il progetto di ricerca svilupperà un servizio di informazione per l'irrigazione e gestione dei nutrienti per i sistemi agricoli australiani basato su Copernicus, a partire dalle esperienze passate consolidate del partenariato europeo, ma basate su una forte collaborazione con le istituzioni e le imprese australiane nel settore agricolo del Nuovo Galles del Sud, precisamente nel bacino del Murray-Darling, che è il più grande sistema fluviale dell'Australia. Dove si produce oltre il 90% dei prodotti agricoli australiani. "Un'area dove sono localizzati importanti valori sociali, economici ed ambientali e benefici per tutta l'economia dell'Australia grazie alla vocazione all'export" sottolinea Carlo De Michele, amministratore delegato di Ariespace, la società coordinatrice del progetto.
La finalità del progetto Coala è quella di fornire consulenza operativa in agricoltura e servizi che saranno ulteriormente sviluppati da un lato per includere la gestione dei nutrienti dall'altro per fornire dati di contabilità idrica dalla fattoria al distretto irriguo e fino a scala di bacino.
Coala monitorerà lo sviluppo delle colture, lo stato dell'acqua e dei nutrienti, attraverso algoritmi innovativi basati su Sentinel Earth Observation, a cui si accederà mediante la nuova piattaforma cloud Copernicus in loco che si chiama Dias, e su altre fonti di dati. Insieme saranno utilizzate per migliorare l'accuratezza dei prodotti per gli utenti finali, che saranno su tre diversi livelli: agricoltori, operatori delle infrastrutture di irrigazione, e autorità di bacino.
Tra i soggetti partner del progetto ci sono: University of New South Wales, Universidad de Castilla – La Mancha, Universitaet Fuer Bodenkultur di Vienna, il Consorzio irriguo di Castilla – La Mancha. E le imprese di consulenza agraria che lavoreranno sul territorio australiano: Birchip cropping group, White research e Rubicon systems Australia e la Agrisat Iberia.
"Il nostro intervento avrà inoltre un ulteriore valore aggiunto per le aziende agricole australiane, che sono soggetti attivi del mercato dell'acqua – spiega De Michele – per loro poter ottimizzare l'utilizzo dell'acqua acquistata significa poterne rivendere la quota risparmiata, in modo da accrescere il fatturato aziendale, con un rapporto diretto tra maggiori risparmi idrici conseguibili dal progetto e i benefici economici per le aziende".
Coala punta infatti a dimostrare che i dati Copernicus e la nuova infrastruttura Dias migliorano notevolmente la disponibilità di informazioni per le decisioni di gestione dell'irrigazione e della gestione dei nutrienti a tutti i livelli decisionali. A cominciare da quello dell'Autorità incaricata di monitorare l'attuazione del piano di sfruttamento dei bacini, a livello di azienda agricola, passando per gli operatori infrastrutturali dell'irrigazione, incaricati della gestione della distribuzione dell'irrigazione.
Gli strumenti e i dati Coala miglioreranno il processo decisionale e per un uso sostenibile dell'acqua e dei nutrienti negli ecosistemi. "Attraverso questo progetto - conclude De Michele - sarà possibile esplorare nuove opportunità di business in Australia per l'industria europea dei servizi di osservazione della Terra".