Il mercato del bio è in rapidissima ascesa e in quasi tutti i paesi occidentali le crescite del mercato sono state "double digit", a due cifre percentuali per ogni anno.
Il biologico è quindi big business. Negli Usa vi sono catene specializzate che sono cresciute a dismisura e alimentarsi totalmente bio è oramai normale per la classe più agiata. Anche in questo caso: piatto ricco mi ci ficco.
E' diciamo normale che dove vi sono ampi margini di guadagno si moltiplichino le truffe. E questo avviene, si guardi bene, non certo solo in Italia.
L'ultimo regolamento europeo sul biologico, che a partire dal 2021 sostituirà l'attuale normativa, enuncia principi inquietanti - quali, per esempio, l'eliminazione delle soglie per la contaminazione casuale (l'Italia le ha, e si potranno invece importare prodotti da paesi che non le hanno) o ancora la possibilità di produrre fuori suolo (gentile 'cadeau' immaginiamo ai paesi nordici).
Mentre immaginiamo che il povero Rudolf Steiner - venerato fondatore del pensiero bio - si stia rivoltando nella tomba, gli italiani devono mantenere la guardia molto alta. Dal punto di vista politico per cercare di influenzare massimamente la Commissione quale paese leader nella produzione e nel mercato della Ue. E dal punto di vista marketing per valorizzare l'Italia, che oggi ha la legislazione interna più restrittiva e tutelante per il consumatore.
L'Italia come noto è specializzata nel farsi degli autogol: sul mercato bisogna invece cercare di rendere le debolezze una forza. Vogliamo fare un esempio, non sappiamo quanto calzante, ma speriamo significativo.
Qualche tempo fa ad alcuni visitatori giapponesi abbiamo spiegato che in Italia dopo un referendum popolare è vietato il nucleare: si tratta di uno dei pochissimi paesi al mondo, nessuno all'estero lo sa.
I giapponesi (ricordiamo, profondamente toccati dalla tragedia di Fukushima) si sono presentati il giorno dopo al gate dell'aeroporto con le valigie piene di specialità alimentari tricolori.
Narrare è fondamentale.