Non c’è pace in Puglia sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020.
Se l’assessore alle risorse agroalimentari Leonardo Di Gioia rivendica a sé e all’amministrazione il merito di un Psr in linea con i tempi e gli obiettivi posti, si fa sentire il presidente di Confagricoltura Taranto, Luca Lazzàro, che, lamentando invece lentezze e contraddizioni, addirittura chiede di revisionare il programma, come sta già facendo proprio in questi giorni la Regione Campania, in corsa per un nuovo si della Commissione Ue.
 
La scintilla che porta l’attenzione dei media pugliesi sul Psr è la vicenda dei Gruppi di azione locale: il Tar Puglia il 9 novembre 2016 ha confermato la sospensione del bando di selezione, per via di un ricorso del comune di Monopoli, che ha messo in discussione l’Accordo di partenariato tra Italia e Ue, in attesa della decisione di merito.

Lo scorso 11 novembre, a seguito di una serie di ipotesi errate avanzate sui mezzi di stampa, l’assessore pugliese di Gioia è costretto a precisare: “E’ fondamentale evidenziare che non vi è nessuna sospensione del Psr, piuttosto dei fondi destinati ai Gal su una dotazione complessiva del programma di oltre 1 miliardo e 630 milioni di euro, che, comunque, non sono assolutamente a rischio definanziamento. Il Programma, tra l’altro, sta avanzando secondo i tempi stabiliti con sette misure già bandite e una gran quantità di progetti presentati”.
 
“Infine, una precisazione è dovuta – conclude l’assessore - Si è inteso, in sede regionale, dettare regole in conformità alle migliori prassi adottate dalle altre Regioni italiane le quali, in termini di timing esecutivo dei Psr, sono in linea con quello della Puglia. Il nostro primario obiettivo sarà quello di garantire una rapida soluzione al contesto che si è determinato, prestando comunque la massima attenzione alla qualità delle proposte strategiche dei nuovi Gal e la loro reale ricaduta delle medesime sul territorio. Fare bene è per noi importante quanto fare in fretta”.
 
Ma qualcosa forse non funziona nel Psr Puglia ed il 19 novembre da Confagricoltura Taranto viene diramato un corposo comunicato stampa.Il Psr Puglia 2014-2020 proprio non va avanti: è come se fosse incagliato su una secca - esordisce Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, che non riesce a mandar giù il fatto che si stia “rischiando seriamente di sciupare l’ennesima occasione per sostenere un settore in difficoltà e, contemporaneamente, creare le condizioni per un rilancio e ammodernamento”.
 

“Abbiamo già perso due anni – spiega il Lazzàro – dietro alle solite lentezze burocratiche e, ciò che è peggio, ad un Psr che non risponde alle reali esigenze degli agricoltori. Ed è per questo che chiediamo alla Regione di ascoltarci e di procedere rapidamente nel confronto con Bruxelles: bisogna rinegoziare il Psr, perché così com’è fatto ed è organizzato non serve. Scontiamo dei ritardi catastrofici nell'attuazione ed un impianto complessivo, almeno in alcune aree della regione, contorto che fa a pugni con la necessità delle aziende di investire per stare al passo con i rapidi cambiamenti e con le attese di un mercato che non ci aspetta”.
 
Troppe, per Confagricoltura, le misure che non stanno decollando: dai miglioramenti fondiari, al primo insediamento dei giovani fino agli incentivi per il settore biologico per citare i più colpiti.

“Alcuni di questi capitoli – rimarca Lazzàro – con scadenze a sessanta giorni sono addirittura bloccati per la mancata entrata in funzione del sito internet che doveva velocizzare le pratiche e che, al contrario, le sta frenando. Il problema di fondo è che dopo una serie di rinvii e di attese generate, sta venendo a galla una certa incapacità nell’organizzare e affrontare le questioni, anche quelle specifiche di alcuni territori”.
 
Il riferimento è ad una ferita ad oggi rimasta aperta e che riguarda le isole amministrative di Taranto e le sue aree periurbane che si estendono fin oltre Monteiasi e Montemesola, classificate come urbane sulla carta ma pienamente agricole nella realtà: "La disattenzione – sottolinea Lazzàro - con cui è stata archiviata una vicenda che penalizza centinaia di aziende tenendole fuori dalla possibilità di accedere ai fondi europei è disarmante: è urgente sanare questo vulnus affrontando la questione in modo definitivo e generale deperimetrando l’intero polo urbano di Taranto."

Altro nodo da sciogliere: il doppio danno che le aziende agricole ricadenti nelle aree colpite da Xylella fastidiosa stanno subendo, private dei fondi europei perché lì vige il divieto di reimpianto.
"E beffate dalla mancanza di un reale capitolo specifico dedicato al loro sostegno - conclude Lazzàro, che rimarca - in questo caso con la complice miopia dell’Unione europea”.