Il bassorilievo bronzeo che ricorda il 30° anniversario dell'elezione del professore Franco Scaramuzzi alla presidenza dell'Accademia dei Georgofili, avvenuta il 20 giugno del 1986, è stato scoperto oggi, 20 giugno 2016, alla presenza dell'attuale presidente, Giampiero Maracchi, del rettore dell'Università di Firenze, Luigi Dei, e del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo del capoluogo toscano.
Un riconoscimento più che meritato per Scaramuzzi, il cui mandato alla guida della più antica istituzione accademica dedicata all'Agricoltura è stato superato (ma solo in lunghezza) da Luigi Ridolfi, nel 1800.
Dal 2014 presidente onorario, Scaramuzzi è sempre proiettato a quella che considera la sua vocazione: far crescere l'agricoltura, stimolarla a innovarsi e a ricoprire il ruolo che ritiene meriti, quello di motore della vita.
Intervenendo per ringraziare il Consiglio di presidenza dei Georgofili, Scaramuzzi non ha fatto mancare la sua autorevolezza per lanciare un j'accuse, peraltro in parte già proposto con la prolusione durante l'inaugurazione dell'anno accademico 2015, nei confronti di una società e di una politica che dedicano sempre meno attenzione all'agricoltura.
"Allora ritenni doveroso dedicare la prolusione interamente ad un sintetico quadro attuale delle troppe azioni negative con le quali, già da qualche decennio, si sta palesemente, sistematicamente e forse qualche volta anche consapevolmente demolendo la nostra agricoltura" ha dichiarato Scaramuzzi.
"Non sembra però che la reale situazione creatasi venga responsabilmente percepita e la mia prolusione non abbia avuto alcuna risposta, proprio mentre si sta attraversando un lungo e largo momento critico. Stiamo perdendo il senso stesso dello Stato, cioè dell'appartenenza a un'unica comunità nazionale".
Non passa sotto silenzio, anche se con riferimenti velati e discreti per chi, come Scaramuzzi, è un gentiluomo, la devolution delle competenze agricole alle Regioni e il disegno di riforma costituzionale disegnata dal suo connazionale e presidente del Consiglio Matteo Renzi.
"Alcune ideologie sono riuscite a scalzare l'unità del nostro Paese e dividerlo, con strategie che hanno generato ulteriori autonomie regionali, trasferendovi importanti competenze amministrative, politiche e giuridiche" ha proseguito Scaramuzzi.
"Ora si pensa anche di ridurre il numero delle Regioni, come fossero terre di conquista anche per qualsiasi populismo e degenerata politica. Si creerebbero di fatto alcuni articolati pseudo Stati, all'interno di una Nazione già considerata poco visibile e di una Unione europea che continua a rischiare proprie disgregazioni. Non è molto difficile immaginarne i conseguenti risultati".
Non va meglio se si focalizza l'attenzione all'agricoltura.
"Una recente indagine dell'Unione europea - ha riferito Scaramuzzi - ha valutato il grado di importanza con cui l'agricoltura viene percepita negli Stati membri. Diversi Paesi hanno affermato di percepire come prioritaria l'autosufficienza alimentare. L'Italia ha invece incredibilmente espresso priorità per la difesa dell'ambiente, per il benessere degli animali, per la conservazione paesaggistica, pochi hanno manifestato interesse alla produttività. Questa analisi europea conferma le nostre preoccupazioni per la progressiva perdita di una conoscenza reale del settore e per una nostra debole cultura storica sui legami tra agricoltura e sopravvivenza dell'umanità".
Il settore da sempre definito primario, ha accusato il presidente onorario dei Georgofili, "si è lasciato trascinare da visioni diverse e da un crescente vortice di plurimi interessi prevaricanti, famelicamente pronti a trovare motivi per speculare su qualsiasi uso dei terreni agricoli. Le ampie superfici che nelle planimetrie dei territori erano contrassegnate come aree verdi, oggi sono già state significativamente battezzate come aree aperte. Aperte a chi, vi domando?".
Ed ecco, consequenziale, il corollario: "Contestualmente, peggiorano anche gli indici della devastante corruzione che sembra gestita da diffusi e paralizzanti intrecci fra interessi politici ed economici, pubblici e privati. Un Paese che si dimostri rassegnato non ha futuro. L'intera società va quindi ricondotta all'integrità morale. Chiudere gli occhi per non vedere non significa certo essere ottimisti. Disapprovare l'illegalità e la disonestà non significa dimostrare di esserne esenti".
Quale futuro, dunque, per l'agricoltura e quale il ruolo dei Georgofili?
"Sviluppando logici rapporti con l'intero mondo Accademico, i Georgofili si adoperano per sostenere una ricerca scientifica universale, produttrice di sviluppo anche per un'agricoltura prevedibilmente meno estesa, ma più produttiva. Chiunque ne sottovaluti le potenzialità commetterebbe un grave errore. La scienza produrrà grandi innovazioni irrinunciabili che condizioneranno sempre più i programmi dei Governi in tutti i settori".
Doveroso, prima di concludere, un pensiero d'amore alla famiglia e alla moglie. "Vorrei concludere ringraziando, al di sopra di tutto, mia moglie" ha dichiarato Scaramuzzi.
"Più di 60 anni fa abbiamo creato una famiglia che oggi è qui ad ascoltare con affetto, mentre sento il dovere di chiedere comprensione per il mio tempo che ho loro sottratto, per dedicarlo al lavoro che mi ha impegnato con passione".