E’ quanto si evince scorrendo i dati del rapporto “L’Economia della Campania” presentato oggi a Napoli dalla Banca d’Italia. “Tra le vendite all’estero della Campania, quelle dei prodotti dell’agroalimentare sono le uniche in crescita nel 2014 – ha detto ai giornalisti Paolo Emilio Mistrulli, da alcuni mesi alla guida del nucleo di ricerca e analisi economica territoriale della sede di Napoli della Banca d’Italia.
Come ormai consueto negli ultimi anni, la Banca d’Italia si astiene dal formulare stime esplicite sull’andamento del settore agricolo in senso stretto nell’anno appena trascorso, ma appare evidente che vi sia un consolidamento delle posizioni degli ultimi anni, unito ad un nuovo slancio, che passa attraverso novità di non poco conto.
In una Campania ancora in recessione nel 2014, con un Pil regionale che cala dell’1,9% sull’anno precedente ed un export cedente dell’1,7%, aumentano invece le vendite all’estero di alimenti, bevande e tabacchi del 2,4%. Con l’agricoltura che da sola fa segnare un +0,5%.
La crescita dell’export dell’intero agroalimentare campano era stata del 4,9% nel 2013 e il 2014 segna un leggero rallentamento. E con una ristrutturazione in atto tra i vari comparti: “Le esportazioni dell’industria agroalimentare, quasi un quarto del totale regionale, hanno continuato ad espandersi (+1,9%) – scrive Bankitalia – sebbene meno che nell’anno precedente (+5%). Tale andamento ha risentito della forte diminuzione delle vendite di prodotti lattiero caseari (-31%), specie verso i mercati Ue”.
L’export di prodotti agroalimentari, freschi e trasformati, tira in tutto il Mezzogiorno: nel 2014 crescono di un 4% netto, più della media nazionale (+3,2%) e il 2015 promette bene: +8,7% nel primo trimestre a Sud, contro una crescita delle vendite all’estero nel comparto dell’Italia sicuramente robusta, pari al +5,8%.