Si fa arroventata la vicenda legata alla diffusione del batterio Xylella fastidiosa che affligge gli uliveti della Puglia meridionale. Mentre si attende ancora il parere della Commissione Ue sul Piano d’azione gestito dal commissario di Governo Giuseppe Silletti, che da Bruxelles aveva promesso entro oggi e per bocca del portavoce del commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis delle “nuove misure”, pur in attesa di una decisione definitiva, da assumere sulla scorta di un nuovo parere dell’Efsa, oggi il Tribunale amministrativo della Puglia, sezione di Lecce, ha fermato l’eradicazione degli ulivi colpiti dal batterio. E due consiglieri regionali del Pd, partito che sostiene la giunta pugliese in carica, hanno chiesto al governo regionale di impegnare 5 milioni di euro per gli indennizzi agli olivicoltori danneggiati dalla Xylella fastidiosa. Come se non bastasse, le notizie trapelate da Bruxelles sulle paventate “nuove misure” hanno fatto infuriare l’assessore all’Agricoltura della Puglia, Fabrizio Nardoni, che con un corposo comunicato stampa ha difeso mercoledì la sostanza scientifica del Piano.

Il Tar di Lecce ha accolto oggi il ricorso cautelare depositato ieri da due avvocati, Giovanni e Guido Pesce, proprietari di un fondo di Oria in cui circa 80 alberi erano stati individuati come malati, e sospeso le procedure di abbattimento - che avrebbero dovuto iniziare lunedì -  fino al 9 aprile. Per quella data è prevista infatti la discussione del ricorso con il quale i legali hanno chiesto la sospensione del Piano d’interventi e dei decreti con cui si dispongono materialmente le eradicazioni. Il Tar ha accordato la sospensione cautelare del Piano di eradicazione perché i proprietari dei fondi non sarebbero stati avvertiti delle analisi effettuate sugli alberi e della conseguente campagna di marcatura degli esemplari da abbattere. I giudici amministrativi di Lecce hanno ritenuto che effettivamente le autorità procedenti avrebbero dovuto comunicare ai proprietari dei terreni la presenza di ulivi malati e la decisione di eliminarli.

Ma a sollevare un altro polverone erano state le fonti Ue che martedì scorso avevano sollevato il problema della compensazione dei danni agli agricoltori. La normativa europea attuale "non consente un indennizzo degli agricoltori per l'abbattimento degli alberi colpiti” aveva riferito all’Ansa una fonte della Commissione europea, secondo la quale nel caso in cui venisse confermato il Piano di rimozione degli olivi malati "Bisognerebbe rivedere la legislazione sulla copertura delle perdite finanziarie a lungo termine”. Su tali affermazioni si era già registrata mercoledì la levata di scudi dell’assessore all’Agricoltura della Puglia Fabrizio Nardoni, che aveva dichiarato: “Ad oggi non c’è nessun bando sulla ricerca, nessun indennizzo in favore di agricoltori e vivaisti danneggiati e il contributo dell’Europa per le azioni di eradicazione è di soli 700 mila euro, rispetto agli oltre 17 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Puglia e dallo Stato”.

Oggi, invece, il capogruppo e il consigliere regionale del Pd Puglia Pino Romano e Antonio Maniglio hanno chiesto – con un ordine del giorno che impegna la giunta regionale, il presidente e l’assessore all’Agricoltura Nardoni - di accordare ben 5 milioni di euro di risarcimento ai proprietari degli ulivi per i costi che dovranno sostenere seguendo gli interventi di potatura, aratura ed eradicazione previsti dal Piano d’interventi contro la Xylella. I deputati regionali pugliesi chiedono di "stornare tale somma con apposita delibera di giunta e con prelievo diretto dal fondo di riserva". Romano e Maniglio chiedono inoltre che "la gestione di tali risorse venga definita con apposito regolamento, da emanare nei prossimi 90 giorni, utile a verificare la corrispondenza tra aventi diritto e dati catastali delle partite in cui viene effettuato l'espianto; che tale regolamento privilegi gli olivicoltori (siano essi imprenditori agricoli a titolo principale che part-time) riuniti in cooperative o singoli, che hanno subito abbattimento di piante d’ulivo”.

Altra pietra dello scandalo le dichiarazioni rese del portavoce del commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis sulla natura delle “nuove misure” che avrebbe potuto suggerire già oggi la Commissione. "Ritengo che le preoccupazioni espresse risalgano a quanto emerso dall'ultimo incontro avuto a Bruxelles alla fine del mese di febbraioha replicato mercoledì l’assessore Nardoni. “In quella sede furono suggerite alcune misure, tra le quali l'allargamento della fascia di eradicazionedice Nardoni, che ricorda - a seguito di quell'incontro è stato adeguato il piano del commissario così come l'osservatorio regionale di lotta fitopatologica ha adottato una nuova determina di delimitazione delle aree con la quale si introduce una fascia di eradicazione di quindici chilometri all'interno dell'area infetta, nella quale avverrà l'estirpazione delle sole piante infette. È stata poi prevista una nuova zona, esterna alla zona cuscinetto, ed estesa oltre venti chilometri, definita area di profilassi dove saranno eseguite le azioni di lotta al vettore”.

Riguardo ad altre misure pure paventate di blocco della vite e degli agrumi e di altre 150 specie ospiti, richiamo nuovamente – continua l’assessore regionale - la lettera scritta nei giorni scorsi dal presidente Nichi Vendola al primo ministro Matteo Renzi con la quale si chiede un rafforzamento del ruolo politico dell'Italia su questa vicenda per contrastare interessi economici contrapposti di altri Stati membri che spingono verso soluzioni radicali e attualmente non confortate da rilievi scientifici”. “Se volessi inoltre iscrivermi al gioco che è di moda in questi giorni del rimpallo di responsabilità dovrei dire che anche la Regione è preoccupata dalla totale assenza dell'Europa in questa vicenda - sottolinea Nardoni –. Un dramma che viene trattato come una qualsiasi calamità, mentre si tratta di un evento che per dimensioni e conseguenze ha portata eccezionale e straordinaria”.