D’altra parte, con l’obbligo di risparmiare delle famiglie, il prezzo diventa il fattore decisivo nella scelta dell’esercizio commerciale in cui recarsi, mettendo in secondo piano fattori come la vastità della scelta o la qualità.
Anche a gennaio solo i discount, cattedrali della spesa low-cost, continuano a correre, registrando un aumento delle vendite alimentari del 3,1 per cento. Supermercati e ipermercati “resistono” a +0,2 per cento e +0,6 per cento rispettivamente, grazie anche all’enorme offerta di promozioni e offerte speciali, con ormai più del 30 per cento dei prodotti sugli scaffali “a sconto”.
Mentre i piccoli negozi rimangono i più penalizzati, registrando un crollo del 2,9 per cento.
Solo nel 2013 gli italiani hanno speso 3,6 miliardi in meno per i consumi alimentari a causa della crisi. Per questo non c’è più tempo da perdere -sottolinea la Cia-. Ora il governo deve procedere con misure di sostegno a reddito e potere d’acquisto delle famiglie, altrimenti non ci sarà mai quella ripresa tanto auspicata della domanda interna indispensabile per far ripartire l’economia.
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