I batteri che causano più spesso le infezioni di origine alimentare, come Salmonella e Campylobacter, presentano una significativa resistenza ai comuni antimicrobici: sono questi i risultati presentati dalla Relazione sintetica dell’Unione europea sulla resistenza agli antimicrobici nei batteri zoonotici e indicatori provenienti da esseri umani, animali e alimenti nel 2012 compilata dall’Efsa e dall’Ecdc.
Rimane bassa la resistenza multipla (co-resistenza) agli antimicrobici d’importanza fondamentale, come evidenziano i dati. Ciò significa che nella maggior parte dei casi  le opzioni di cura per le infezioni gravi causate da questi batteri zoonotici restano valide; tuttavia il fatto che la resistenza agli antimicrobici sia stata riscontrata comunemente desta preoccupazione.

Se i batteri diventano clinicamente resistenti a diversi antimicrobici (multifarmacoresistenti), trattare le infezioni da essi causate può diventare difficile, se non impossibile. Lo sviluppo di resistenza agli antimicrobici nei batteri presenti negli animali e negli alimenti può inoltre compromettere l’efficacia del trattamento delle infezioni nell’uomo, poiché i batteri resistenti e i geni della resistenza possono trasferirsi da animali e alimenti all’uomo.
“Ecco perché è fondamentale usare gli antibiotici con prudenza, non solo nell’uomo, ma anche negli animali, ammonisce Marta Hugas, capo (facente funzione) del Dipartimento Valutazione del rischio e assistenza scientifica dell’Efsa.

“Nell’uomo i livelli di resistenza agli antimicrobici hanno evidenziato una grande variabilità tra gli Stati membri, in parte a causa dei diversi metodi e criteri utilizzati per interpretare i dati in tutta l’Ue.
Nel 2014 l’Ecdc avvierà il protocollo Ue per il monitoraggio armonizzato della resistenza agli antimicrobici in isolati di Salmonella e Campylobacter nell’uomo. Ci aspettiamo  quindi di ricevere dai Paesi dati più precisi e di conseguenza una migliore confrontabilità dei dati stessi
”, commenta Johan Giesecke, responsabile scientifico capo all’Ecdc.

Per approfondimenti, cliccare qui