Tutti quei prodotti e quelle sostanze alimentari privi di storia di consumo "significativo" all'interno dell'Unione Europea al 15 maggio 1997, data di entrata in vigore del Regolamento (CE) 258/97. Così sono definiti, dal punto di vista normativo, i novel food, i cibi cioè innovativi o di nuova concezione prodotti con tecnologie e processi produttivi innovativi, o anche quegli alimenti che sono o sono stati tradizionalmente consumati al di fuori dell'Unione Europea.
Fin qui sembrerebbe tutto semplice, ma per capire meglio cosa sono e come sono regolamentati i novel food abbiamo chiesto aiuto a Roberta Dameno, professoressa associata in Sociologia del Diritto presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca, che insieme a Paola Palestini, professoressa associata in Biochimica presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano Bicocca, ha fatto il punto nel corso di un convegno dello scorso maggio al Food&Science Festival 2025 di Mantova.

Roberta Dameno, ricercatrice in Sociologia del Diritto presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca e Paola Palestini, professore associato in Biochimica presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano Bicocca nel corso del convegno "Novel food, alla scoperta degli alimenti del futuro"
(Fonte foto: Giulia Romualdi - AgroNotizie®)
"È il Regolamento (UE) n. 2283 del 2015, entrato in vigore abrogando il precedente Regolamento (CE) 258/97 - ci ha subito spiegato Roberta Dameno - a definire come nuovi alimenti tutti i prodotti e tutte le sostanze alimentari che sono privi di storia di consumo significativo all'interno dell'Unione Europea alla data del 15 maggio 1997. La novità delle sostanze alimentari è quindi non solo legata al fatto che queste sostanze siano create ex novo in laboratorio, ma anche al fatto che esse non risultino presenti nel mercato europeo alla data fissata dalla norma".
Le categorie di alimenti identificate dalla normativa come novel food, che sono varie e differenti tra loro, comprendono:
- gli alimenti con una struttura molecolare nuova o modificata;
- gli alimenti costituiti, isolati o prodotti da microrganismi, funghi o alghe;
- gli alimenti costituiti, isolati o prodotti da materiali di origine minerale;
- gli alimenti costituiti, isolati o prodotti da piante (ad eccezione degli alimenti che vantano una storia di uso sicuro come alimento nell'Unione Europa prima del 15 maggio 1997);
- gli alimenti costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari (la carne coltivata);
- gli alimenti costituiti da nanomateriali ingegnerizzati;
- gli alimenti costituiti, isolati od ottenuti a partire da animali (ad eccezione degli animali che vantano una storia di uso sicuro nell'Ue prima del 15 maggio 1997);
- le vitamine e i minerali, se utilizzati in un modo o da una fonte nuovi;
- gli alimenti utilizzati prima del 15 maggio 1997 esclusivamente come integratori alimentari.
Facendo qualche esempio, la carne coltivata è un novel food, ma anche la farina di grillo, la polpa del baobab, i semi di chia, il giaca e il fagiolo mungo. Invece l'aglio nero e la radice di maca per esempio, non sono dei novel food, ma "anche gli Ogm non rientrano nella normativa sui novel food, sono regolamentati in modo specifico", precisa Roberta.
Secondo la normativa europea un novel food deve essere sicuro per i consumatori, etichettato correttamente per non indurre in errore i consumatori, e se un nuovo alimento è destinato a sostituire un altro alimento, il suo consumo non deve essere svantaggioso dal punto di vista nutrizionale per il consumatore.
Novel food, tra autorizzazioni e salute dei consumatori
La salute dei consumatori e la loro corretta informazione sono dunque in primo piano e fanno sì che tutti i novel food abbiano bisogno di un'autorizzazione per poter essere commercializzati all'interno dell'Unione Europea. "L'ente che supervisiona la salute alimentare per i consumatori è l'Efsa, che ha la sede proprio in Italia. Solo dopo il controllo di questo ente - spiega Roberta Dameno - si può procedere all'autorizzazione alla commercializzazione, che avviene tramite un regolamento apposito".
Nella pratica, l'azienda X che vuole commercializzare un prodotto all'interno dell'Ue deve chiedere un'autorizzazione e presentare una domanda alla Commissione Europea che comprende "il nome e la descrizione, la composizione e la documentazione che attesti la non pericolosità e la sicurezza dell'alimento. Se l'alimento è un alimento tradizionale in un Paese terzo - ci spiega Roberta - è necessario indicare anche il Paese di origine e la documentazione relativa alla storia di consumo significativo e sicuro come alimento di Paese terzo. Il regolamento fa esplicito riferimento alla necessità di utilizzare il principio di precauzione per garantire la tutela della salute pubblica".
Una volta sentito il parere dell'Efsa, se positivo, la Commissione Ue, consultando un apposito Comitato, rilascia l'autorizzazione per quel determinato prodotto; ma una volta autorizzato i controlli non si fermano, perché "gli alimenti sono sempre soggetti a controlli periodici", precisa Roberta.
E per quanto riguarda l'etichettatura, Roberta Dameno spiega che "in etichetta deve essere indicata la composizione e l'eventuale possibilità di rischio connesso alle allergie alimentari. Ciò è molto importante per esempio per gli insetti. Non deve essere indicato che il cibo è novel food, dal momento che ha ottenuto l'autorizzazione a essere trattato come tutti gli altri alimenti".
Novel food: punti di forza e di debolezza
Come ci spiega Roberta Dameno, per parlare di punti di forza e di debolezza bisogna distinguere tra novel food e novel food.
Tra i punti di forza, se si pensa per esempio agli insetti, c'è il fatto che "sono una fonte proteica che può essere prodotta con meno effetti sull'ambiente. Se invece pensiamo alla carne coltivata i punti di forza riguardano il fatto che potrebbe mettere a disposizione proteine animali più sostenibili sia sotto il profilo ambientale sia sotto il profilo etico".
Le problematiche invece sono legate "alla questione degli allergeni, ma questo rischio è comune agli alimenti in generale, e poi c'è la questione della sostenibilità".
Altro aspetto da tenere in considerazione è quello legato a come questi cibi entrano nella nostra dieta: per esempio, "se utilizzo la farina di insetti come se fosse una farina di grano, il rischio è quello di avere una dieta iperproteica", sottolinea Roberta.
Novel food oggi e domani
"Il futuro - conclude Roberta Dameno - avrà sempre più contaminazioni alimentari e l'Ue ha adottato delle regole proprio per regolare e tutelare i consumatori; nel futuro vi saranno alimenti nuovi sintetizzati in laboratorio che entreranno a far parte della nostra dieta in sostituzione di alimenti meno sostenibili e meno etici. Il rischio è che questi nuovi cibi non siano messi a disposizione di tutte le persone al mondo e che quindi non contribuiscano a ridurre la fame e ad aumentare la sostenibilità alimentare, ma diventino cibi di lusso resi disponibili solo alla parte di popolazione mondiale che ha già accesso ad alimenti sicuri".
Chi è l'Efsa e cosa fa
Come anticipato, un ruolo fondamentale nel processo di autorizzazione o meno di un novel food è quello dell'Efsa, che dà il suo parere scientifico sulla sicurezza di alimenti e mangimi in modo chiaro e accessibile.
Ma chi è questa Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare che ha sede a Parma?
A questa domanda ha risposto Victoria Villamar, head of Engagement and Cooperation Unit dell'Efsa, nel corso dell'evento mantovano promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da Frame - Divagazioni Scientifiche e organizzato da Mantova Agricola.

Victoria Villamar, head of Engagement and Cooperation Unit dell'Efsa, ha raccontato la storia dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e ha spiegato il suo ruolo
(Fonte foto: Giulia Romualdi - AgroNotizie®)
Victoria Villamar ha raccontato storia e ruolo dell'Efsa. Istituita nel 2002 con apposito regolamento europeo a seguito di una serie di crisi alimentari per migliorare il sistema alimentare dell'Ue, contribuire a garantire un elevato livello di tutela dei consumatori, ripristinare e mantenere la fiducia nelle forniture alimentari dell'Ue e separare nettamente la funzione "gestione del rischio" da quella "valutazione del rischio", contribuisce a proteggere la salute dei consumatori attraverso valutazioni scientifiche indipendenti e una comunicazione trasparente dei rischi.
Fornisce infatti consulenza scientifica indipendente e supporto ai gestori del rischio e ai responsabili politici dell'Ue in materia di sicurezza di alimenti e mangimi; comunica i rischi tempestivamente e in modo indipendente; promuove la cooperazione scientifica.
Sulla base di tutto questo, nel corso dell'edizione 2025 del Food&Science Festival all'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare è stato conferito il premio Agricoltura Mantovana, il riconoscimento assegnato annualmente da Confagricoltura Mantova a personalità e istituzioni che hanno contribuito significativamente all'innovazione e alla divulgazione scientifica in campo agricolo, coniugando rigore scientifico e trasferimento di conoscenze al settore produttivo.






























