Nonostante una vendemmia 2012 segnata da una scarsa capacità produttiva, l’esercizio chiuso il 31 luglio 2013 e approvato dall’assemblea dei soci, è a segno positivo per Collis Veneto Wine Group, il consorzio nato nel 2008 dall’unione di Cantina di Colognola ai Colli, e Cantine dei Colli Berici.

Con un fatturato di 78.310.125 euro, l’incremento sul precedente esercizio ha toccato il 2,5%, con un utile netto di 925.557 euro, segnando un incremento del 12,5% sugli 822.601 del 2011-2012, e un margine operativo lordo (Ebitda) di 4.754.066 euro, pari al 6% sul fatturato. La gestione finanziaria evidenzia un saldo negativo di 350.626 euro, in massima parte dovuto ai finanziamenti bancari a medio-lungo termine.

I canali commerciali che incidono in massima parte sono le aziende partecipate del Gruppo, ovvero Casa Vinicola Sartori Spa, Cielo e Terra Spa e Cantine Riondo Spa, che ricoprono il 40% del fatturato. Seguono l’ingrosso, con il 34,6%, l’estero con il 15,2% e i 21 punti vendita, con il 10,2%.
Gli investimenti hanno toccato i 4,5 milioni di euro, destinati al rinnovo dei fabbricati, degli impianti e dei vasi vinari di alcuni stabilimenti produttivi (Merlara, Barbarano, Colognola ai Colli), intervenendo anche sulle capacità di incantinamento e sulle tecnologie di lavorazione.

Positivi anche i valori presentati con il bilancio consolidato, che riunisce Collis e la controllata al 100% Riondo SpA, società del Gruppo che svolge l’attività di imbottigliamento e commercializzazione vini.
Il risultato aggregato evidenzia un utile di 1.081.168 euro, un margine operativo lordo di 7.385.560, in crescita del 13,2% rispetto al 2012, in cui l’Ebitda era pari a 6.523.732 euro.

La vendemmia siccitosa 2012 ha comunque prodotto uve di ottima qualità, che hanno toccato le 106.310 tonnellate, con un decremento del 16% sulla stagione 2011, di cui il 20% per vini da tavola e l’80% di uve Doc e Igt. Il mercato ha mostrato particolare interesse per Prosecco Doc, Pinot Grigio, Valpolicella, specie Ripasso e Amarone. Le giacenze a fine esercizio si sono attestate a circa 260 mila ettolitri di vino, che permettono di rispondere agli impegni contrattuali ed ai fabbisogni delle vendite dirette.

"Chiudiamo positivamente il 2012-2013, nonostante la scarsa produzione ci abbia fatto lievitare i costi unitari di trasformazione e costretto a ridurre le vendite su alcuni mercati – afferma Giancarlo Lechthaler, direttore generale del Gruppo di Monteforte d’Alpone -. Il nostro modello, che unisce soci produttori ad aziende industriali come Casa vinicola Sartori, Cielo e Terra e Riondo, le quali coprono canali commerciali differenziati, permette di segmentare l’offerta in base alle esigenze del mercato. In questo modo riusciamo a perseguire una certa stabilità di valore a lungo termine, perché il nostro vasto portfolio prodotti è capace di interessare un ampio target di clientela, compreso quello più esigente".