Per quanto riguarda i mosti concentrati la nostra attività di lobbying è sempre stata protesa, da un lato, al rispristino delle corrette condizioni concorrenziali tra produttori di vini arricchiti nei diversi paesi europei, dall’altra, alla massima trasparenza e correttezza d’informazione al consumatore".
Così si è espresso Marco Bertagni, amministratore delegato di Bertagni Consulting srl, società che gestisce in outsourcing Mustl'associazione europea dei produttori di mosti e succhi d’uva concentrati, e Widen, il network che riunisce distillerie vinicole di sei paesi comunitari, in occasione delle assemblee generali delle due realtà tenutesi a Roma nei giorni scorsi.

Bertagni ha quindi proseguito affermando che "nella Decisione del 13 marzo 2013, che costituisce la base dell’Ocm Unica e in questi mesi oggetto del 'trilogo', è stata prevista la reintroduzione degli aiuti ai mosti concentrati se destinati all’arricchimento dei vini –  andando a contribuire alla riduzione del gap tra prezzo dei mosti e quello del saccarosio attualmente di 2,8 a 1. Al contempo però - ha proseguito Bertagni -, è stato cassato un altro emendamento da noi sostenuto poichè andava ad introdurre l’obbligo di indicazione in etichetta dei vini della dizione 'sugar added' qualora addizionati con il saccarosio”.

Michele Alessi, dirigente del Mipaaf, intervenuto all’assemblea di MUST, ha garantito l’appoggio  dell’amministrazione agricola al reinserimento dell’aiuto ai mosti concentrati e rettificati riconoscendo però che non sarà impresa facile, in quanto, se è vero che questo potrà contribuire a bilanciare una situazione al momento paradossalmente in favore di un prodotto estraneo alla filiera dell’uva è altresì vero che reintrodurrebbe quegli aiuti oggetto, cinque anni fa, degli strali della Commissione europea.

Sul fronte delle distillerie, la bozza di Ocm unica riserva l’introduzione di aiuti agli investimenti per migliorare le performance di processo e l’efficienza ambientale tentando però, allo stesso tempo, di togliere il valore energetico 'maggiorato' riconosciuto all’etanolo grezzo da fecce e vinacce destinato a usi fuel dalla Direttiva energie rinnovabili.

Per ambedue i settori, mosti e alcol – strettamente dipendenti dal mondo del vino e per molti versi 'al servizio' di quest’ultimo – le preoccupazioni maggiori vengono dal lato degli approvvigionamenti. Dopo la riforma del 2008 le materie prime necessarie per alimentare distillerie -fecce, vinacce, vino - e aziende produttrici di concentrati d’uva - mosti e succhi - si sono andate progressivamente assottigliando e le poche materie disponibili lo sono ormai a livelli di prezzi inaccettabili.

Il rischio è che i mercati europei e anche quelli mondiali, ora presidiati dai produttori spagnoli, italiani e francesi, vengano invasi da mosti concentrati argentini  dove la vendemmia ha registrato un incremento di dieci punti percentuali sul 2012 e una quota di mosti d’uva deve essere destinata alla concentrazione.
Il rischio arriva anche da brandy sudafricani piuttosto che statunitensi o australiani; in questi paesiè possibile produrre brandy non solo da distillati di vino come in Europa, ma anche da acquaviti di origine vitivinicola con costi inferiori.
Nel corso dell’assemblea di WiDEN – continua Bertagni - abbiamo presentato uno studio comparativo internazionale sui disciplinari dei Brandy cercando di individuare i pro e i contro di richiedere a Bruxelles la modifica della definizione di Brandy di cui al Regolamento 110-2008.
Alcuni utilizzatori di acquavite di vino, quali i produttori del Brandy di Jerez e quelli del Porto, stanno già chiedendo di modificare i loro disciplinari per poter utilizzare alcol vitivinicolo o di altre origini agricole.
Un campanello d’allarme per i produttori di acquaviti di vino, che però non deve farci prendere decisioni emozionali. WiDEN vuol capire se la carenza di materie prime è strutturale o congiunturale, fino a che punto la domanda di acquavite di vino è elastica e
– qualora la definizione di Brandy restasse quella attuale – cosa si potrebbe fare per rivitalizzare l’immagine di questo prodotto e renderlo accettabile anche  a prezzi superiori. Nessuno ha interesse a fregiarsi del miglior disciplinare del Brandy del mondo se poi i mercati non si dimostrano ricettivi”.

Da giugno, infine, Bertagni Consuling srl realizzerà per le aziende aderenti a FederMosti, WiDEN e MUST una newsletter periodica, dedicata ad approfondimenti tecnici, giuridici, economici e statistici sul mondo dei succedanei dell’uva a partire dall’alcol e dalle acquaviti, per arrivare ai mosti e ai succhi concentrati, al tartrato di calcio, all’acido tartarico, ai tannini e all’enocianina.
Un utile strumento di supporto decisionale in una fase storica  – quella post-riforma del 2008 – nella quale le aziende di questi settori sono sottoposte a grandi sfide e radicali cambiamenti organizzativi.