Valorizzare e rispettare il territorio e le cultivar autoctone, aggiungendovi una giusta dose di amore, paga. L'Azienda vitivinicola Zenato, fondata nel 1960 da Sergio Zenato a San Benedetto di Lugana, sulla sponda veneta del lago di Garda, ne è un esempio.
Sorta in zona collinare, ha trovato come complici il clima mite e il terreno vocato alla coltura della vite; a ciò si è aggiunta la lungimiranza di credere nelle potenzialità del vitigno autoctono: Trebbiano di Lugana.
Il risultato è stata la nascita del bianco Lugana Santa Cristina, divenuto benchmark per molti altri Lugana prodotti nella zona.
Distribuita su 70 ettari, dislocati nelle aree vocate del Lugana e nella zona classica della Valpolicella, la casa vitivinicola non poteva, inoltre, non annoverare tra le proprie produzioni l'Amarone e il Ripasso Valpolicella Doc superiore.
Ottenuti da da una produzione contenuta, ben al di sotto del limite massimo consentito dal disciplinare, questi vini enfatizzano la qualità dell’uva attraverso un lavoro di massimo rigore e cura del vigneto.
Nella gestione famigliare dell'azienda, Carla e i figli Alberto e Nadia, hanno consolidato e ampliato il progetto di partenza. L'interesse per i vitigni autoctoni, ereditato dal padre, ha trovato concretezza in due vini eleganti e di carattere come il Cresasso, ottenuto da corvina vinificata in purezza, e il Recioto della Valpolicella, ottenuto dall’appassimento delle uve corvina, rondinella e oseleta.
Gestendo con attenzione ed intelligenza le proprie risorse, l'azienda non ha dimenticato di conferire il giusto peso all'importante aspetto della ricerca portando avanti collaborazioni con il centro di ricerca ed innovazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige e aderendo nel 2010, con una porzione di vigneto di 2 ettari afferente alla tenuta Santa Cristina al progetto Magis.
“La nostra filosofia che fin da subito ha sposato anche la filosofia di Magis – spiegano in azienda -, è quella di portare avanti un progetto che ci permetta di rendere più sostenibile la gestione dei trattamenti fitosanitari in vigneto, per produrre vini più naturali possibile senza residui sia nel terreno, sia nel vino, sia nell’atmosfera.
Il punto di forza del progetto riteniamo sia avere un partner importante come Bayer, sia per il supporto tecnico sia per l’affidabilità dei prodotti, impegnata costantemente in ricerca e sviluppo. La nota dolente è il costo dei prodotti che ad oggi è superiore rispetto a quelli standard. In quanto ad aspettative, infine, oltre alla riduzione dell'impatto ambientale riteniamo che la presenza del Comitato Tecnico Scientifico possa generare un miglioramento della qualità dei vini”.
Azienda vitivinicola Zenato, amore per la terra