"L’agricoltura dimostra di essere un comparto ancora vivo e vitale. Nonostante tutti i problemi che condizionano la competitività delle aziende, come i costi produttivi record, i prezzi sui campi non remunerativi e una burocrazia lenta e inefficiente, il settore primario continua a mettere a segno risultati importanti, crescendo nel Pil e nell’occupazione". Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori.
Nel primo trimestre 2011 infatti, spiega la Cia, aumentano dell’1,2% i lavoratori in agricoltura, a fronte di un rialzo generale dell’occupazione fermo allo 0,5%. Si tratta di un dato incoraggiante, che fa il paio con l’incremento del valore aggiunto del settore, che tra gennaio e marzo è cresciuto del 2,3% contro lo 0,1% di industria e servizi.
Più in dettaglio, continua la Cia analizzando il rapporto diffuso dall’Istat, l’incremento dell’occupazione nei campi è pari a 10mila unità. L’incremento riguarda le regioni del Nord (+2,5%) ma soprattutto il Mezzogiorno (+4,5%) e interessa in particolare il lavoro dipendente (+6%) che quello autonomo (-2%).
Dopo anni si registra, dunque, un ritorno al lavoro in agricoltura, sottolinea la Cia. Un’inversione di marcia cominciata nel 2010, quando il settore ha chiuso con una crescita dell’occupazione pari all’1,9%, e un segnale di 'rinascita' che la politica non può più ignorare. Ecco perché ora chiediamo al governo di investire davvero sull’agricoltura, dopo averla lasciata nell’angolo per anni e anni, e dare vita a una vera politica di sviluppo del comparto che oggi non c’è.
In questa prospettiva, conclude la Cia, riteniamo importante la proposta del ministro Romano sugli Stati generali dell’agricoltura, che noi avevamo sollecitato fin dal 2004 con la Conferenza nazionale. Si tratta dell’occasione giusta per pianificare non solo un’azione condivisa sulla Pac post 2013, ma per realizzare una nuova politica agraria nazionale.
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