L'indice del clima di fiducia dei consumatori a febbraio 2011 è aumentato a 106,4 dal 105,9 del mese precedente. Il miglioramento è dovuto a un maggior ottimismo sul futuro della situazione economica del Paese e della famiglia (l'indice del 'clima futuro' sale da 90,9 a 94,7), mentre scende l'indicatore del clima corrente (da 116,7 a 115,1). 

Lo rende noto l'Istat diffondendo i risultati dell'indagine sulla fiducia dei consumatori nel mese di febbraio 2011

"Anche l'indice relativo al clima economico generale - informa l'Istituto di statistica - sale da 77,4 a 78,6, mentre rimangono sostanzialmente stazionarie le valutazioni sul clima personale (l'indice passa da 120,6 a 120,5)". 

Riguardo ai prezzi, aggiunge l'Istat, i giudizi dei consumatori sulla dinamica degli ultimi 12 mesi indicano un'accelerazione e anche le attese sull'evoluzione futura sono orientate a una risalita.

Il clima di fiducia migliora, ma i consumi alimentari restano al palo

"Il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori a febbraio non incide sui consumi alimentari, che restano al palo anche nel primo scorcio del 2011". 

Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi dall'Istat. 

"Il maggiore ottimismo sul futuro della situazione economica del paese e della famiglia segnalato dall'Istat - osserva la Cia - è un bel segnale di ripartenza, dopo due anni di crisi nera, ma non coinvolge il carrello della spesa. Gli italiani restano attenti a risparmiare sul cibo, tanto che una vera ripresa dei consumi alimentari non arriverà prima del 2012". 

"Nel 2011 gli acquisti domestici alimentari - fa notare la confederazione sulla base dei dati Ismea del Rapporto sulle tendenze agroalimentari del 2011 - sono stimati ancora in lieve riduzione (-0,2/-0,3%), con una flessione della domanda più marcata nel mezzogiorno che nel resto d'Italia". 

"Un risultato - prosegue la Cia - che è frutto della contrazione della domanda domestica di carni bovine (-4,4%), prodotti ittici (-3,1%), vini e spumanti (-2,9%) e frutta e agrumi (-1,8%). Positivo - conclude la confederazione - il dato delle quantità acquistate di olio d'oliva (+3%) e derivati dei cereali (+0,7%), mentre gli altri comparti (latte e derivati, ortaggi e patate, carni avicole, carni suine e salumi) mantengono una sostanziale stabilità".