La pubblicazione su internet da parte degli Stati membri dell'Ue delle informazioni sui beneficiari degli aiuti della Politica agricola comune (Pac), è stata sospesa.

E' una delle conseguenze della decisione della Corte europea di giustizia in merito ai due casi sollevati da agricoltori tedeschi che hanno chiesto il divieto della pubblicazione delle informazioni, in quanto 'dati personali'.

Ma il sito Farmsubsidy.org, le cui inchieste sono in qualche modo all'origine della più grande operazione di trasparenza sulla Pac mai intrapresa dalle istituzioni europee, continuerà a rendere disponibili online i propri database sui beneficiari di aiuti diretti e fondi strutturali.

Facciamo un passo indietro.
Il 9 novembre scorso la Corte europea di giustizia, pur riconoscendo alle informazioni sugli aiuti Pac la natura di 'pubblico interesse', ha dichiarato parzialmente non validi i principi legali su cui la Commissione aveva imposto agli Stati membri di rendere pubblici i nomi dei beneficiari dei sussidi e del loro ammontare.

Per leggere le sentenze basta inserire i casi C-92/09 e C-93/09 sul motore di ricerca dei procedimenti della Corte. Che aveva invitato la Commissione e gli organismi pagatori degli Stati membri a trovare un modo per eliminare il riferimento ai dati personali dei beneficiari, senza pregiudicare la trasparenza delle informazioni.
La Commissione intende uniformarsi al giudizio della corte e ha bloccato la pagina del servizio. Lo stesso stanno facendo gli organismi pagatori nazionali.

"Si tratta di aggiornare il software – spiegano all'Ageain modo da scindere le persone fisiche da quelle giuridiche, separare quindi le aziende dai nomi, indirizzi, codici postali dei soggetti che le posseggono. Ci stiamo lavorando, ci vorrà del tempo".

Nell'ennesimo capitolo della lotta tra diritto alla privacy e trasparenza nell'era digitale, i fondatori di Farmsubsidy.org, Jack Thurston, Nils Mulvad e Brigitte Alfter, non intendono chiudere, anzi rilanciano. Secondo i battaglieri giornalisti la pubblicazione di informazioni sui riceventi sussidi, nome, cognome e indirizzo, "non ci dicono niente della vita privata della persona in questione. Se è gay o etero, ricco o povero, vecchio o giovane. Dicono solo che ha un'azienda e ha ricevuto denaro pubblico per questa attività". "Abbiamo sempre detto – scrivono sul sito – che le regole di trasparenza adottate da Commissione e Consiglio, sebbene fossero un passo avanti rispetto alla totale segretezza, avevano dei difetti".

Soprattutto, sostengono Thurston e gli altri, quelle procedure non mettono in condizione i cittadini europei di capire in modo facile e diretto i motivi per cui un'azienda riceve gli aiuti. Un fattore probabilmente più rilevante, per l'immagine della Pac e la sua credibilità presso la società europea, della pubblicità del nome, cognome e indirizzo dell'imprenditore.