“Non c’è nulla di sorprendente nel constatare che anche le nostre cooperative stiano subendo una pesante riduzione dei margini lordi e della produttività, a causa  della più grave crisi economica che il nostro Paese abbia mai vissuto dal dopoguerra ad oggi”. E' realista Maurizio Gardini, da poco più di un anno alla guida di Fedagri-Confcooperative, organizzazione leader della cooperazione agroalimentare italiana in termini di fatturato, cooperative aderenti, produttori associati e occupati, che nella consueta conferenza stampa di fine anno, ha illustrato i dati consuntivi e l’impatto della crisi economica sul sistema cooperativo.

“I numeri ci dicono in primo luogo che non c’è stata alcuna contrazione delle imprese associate”, ha dichiarato Gardini. Al 31 ottobre 2010, le cooperative aderenti al sistema Fedagri sono 3.602 imprese, con un saldo attivo di 70 cooperative (+2%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: 150 sono stati i recessi e le liquidazioni, 220 le nuove adesioni.

“La crisi economica che ha interessato tutti, nessuno escluso – ha proseguito Gardini – ha tuttavia lasciato, come era prevedibile, qualche segno meno anche nei numeri di Fedagri”. Secondo i dati consuntivi del Centro Studi Elabora – Confcooperative, 465.000 è il totale dei soci produttori nel 2009 (nel 2008 erano 497.570, con un calo del 6,5%). Più contenuto (-1,2%) il calo del fatturato complessivo generato, che si attesta sui 25,2 miliardi di euro, contro i 25,5 dell’anno precedente. I livelli occupazionali, infine, sono passati da 65.540 del 2008  a 63.827 del 2009 (-2,6%), ma secondo le ultime rilevazioni congiunturali del Centro Studi Elabora – Confcooperative, si stanno smorzando le tensioni sul fronte occupazionale ed è in atto un riassorbimento degli addetti delle cooperative coinvolte maggiormente dalla crisi.

Ma quali sono le previsioni per il futuro delle cooperative Fedagri?

Dall’ultima analisi congiunturale effettuata lo scorso novembre dal centro studi Elabora, risultano deboli le aspettative delle cooperative su una crescita degli ordini a breve termine, per via della forte stagnazione della domanda interna negli ultimi mesi e del generale clima di incertezza: il 50% delle cooperative agricole non prevede variazioni della domanda o degli ordini nei prossimi mesi, ma il 38% è più ottimista e si aspetta una ripresa degli ordini nel breve periodo. Una quota minore di cooperatori, il 12%, attende una diminuzione della domanda per i prossimi mesi.

Va meglio sul fronte della dinamica della domanda estera che fa invece segnare un’accelerazione superiore alle attese. Le cooperative aperte ai mercati internazionali registrano recuperi ampi e generalizzati: è cresciuto del 12% il fatturato nei primi otto mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un +19% è atteso a gennaio 2011. 

Restano negative le previsioni sull’andamento generale dell’economia del paese: si rafforzano le attese di stazionarietà (il 70,6% dei cooperatori agricoli continua a non prevedere alcun miglioramento a breve termine per l’economia nazionale), ma aumenta la quota di chi si dichiara fiducioso su un andamento favorevole dell’economia italiana nei prossimi mesi (è il 17,6%) e si riduce quella dei pessimisti (è l’11,8%).

Se si registrano aspettative positive sull’aumento del fatturato (ne è convinto il 45% di cooperatori agricoli, contro il 38% che prevede una stazionarietà dei ricavi e il 17% una flessione), non ci sono al momento segnali incoraggianti sul fronte della spesa per gli investimenti. Meno di un cooperatore agricolo su tre (il 30%) prevede di aumentare gli investimenti il prossimo anno, a causa delle difficoltà di accesso al capitale di credito: nei primi otto mesi del 2010 il 25% dei cooperatori agricoli che si sono rivolti al sistema bancario per un prestito si è visto respingere la domanda di credito o erogare un finanziamento inferiore a quello richiesto.