La diversità genetica delle piante che coltiviamo e che ci alimentano, ed i loro “parenti selvatici”, potrebbero andare perduti per sempre, con grave minaccia per la sicurezza alimentare, se non si fará uno sforzo non solo per conservarli ma anche per utilizzarli, specialmente nei paesi in via di sviluppo.

Questo è uno dei messaggi chiave del secondo “Rapporto sullo Stato delle Risorse Fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura” presentato dalla Fao.

In 350 pagine il rapporto, che copre ogni aspetto del problema dalla raccolta nelle banche genetiche agli effetti del cambiamento climatico sulla diversità, rappresenta lo studio più accurato sullo stato di salute della biodiversità delle colture alimentari e su cosa viene fatto per proteggerla.

La perdita di biodiversità avrà un notevole impatto sulla capacità dell’umanità di nutrirsi nel futuro, di nutrire i nove miliardi di esseri umani che abiteranno il pianeta per l’anno 2050, con i più poveri ad essere i più colpiti.

Il cambiamento climatico e la crescente insicurezza alimentare rappresentano grandi sfide per i sistemi agricoli mondiali, sfide che non possono essere affrontate senza la raccolta, la difesa e l’uso sostenibile delle risorse fitogenetiche”. 

La Fao stima che tra il 1900 ed il 2000 sia andata perduta il 75% della diversità delle colture.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2010 Anno Internazionale della biodiversità.

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