"L'agricoltura italiana chiude e riconsegna le chiavi delle imprese. Migliaia di imprenditori sono ormai allo stremo, assillati dagli opprimenti costi produttivi, contributivi e burocratici, dai prezzi all'origine in caduta libera e dai redditi sempre più falcidiati. Uno scenario allarmante che richiede immeditati interventi, altrimenti si prospetta per migliaia di aziende, soprattutto quelle che operano nei territori marginali, il baratro più profondo", lo sottolinea la Cia, che davanti a questa drammatica situazione ha proclamato lo stato di mobilitazione in tutto il Paese. 

"Una protesta forte e decisa che avrà uno dei suoi punti focali giovedì prossimo 22 luglio a Roma in Piazza  Montecitorio, davanti alla Camera dei deputati, dove centinaia di produttori manifesteranno in un grande sit-in che si svolgerà dalle ore 9 alle ore 14. Una scelta non casuale - spiega la Cia - ma decisa in occasione della discussione alla Camera della manovra finanziaria, appena approvata dal Senato". 

In particolare, la Cia chiede la proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali (in scadenza il prossimo 31 luglio) per le imprese che operano nelle zone svantaggiate e di montagna e che utilizzano manodopera (proroga che, tuttavia, deve essere propedeutica ad una riforma tesa a ridurre i costi contributivi a tutte le aziende agricole); la reintroduzione del "bonus gasolio" per le serre e che deve essere esteso a tutta l'imprenditoria agricola; il rispetto delle legalità e la salvaguardia degli allevatori che sono stati alle regole nel contesto delle quote latte.

I motivi della mobilitazione e della protesta di giovedì saranno illustrati dal presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi che incontrerà i giornalisti, alle ore 10.30, durante il sit-in davanti alla Camera.