L’agricoltura dovrà essere più produttiva per riuscire a nutrire una popolazione in continuo aumento e rispondere alle grandi sfide ambientali che abbiamo di fronte, ha affermato oggi il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, aprendo i lavori del Forum di esperti ad alto livello su come nutrire il mondo nel 2050 (Roma, 12-13 ottobre).
Di fronte ad oltre 300 esperti di tutto il mondo, Diouf ha poi proseguito: 'Gli effetti combinati dell’incremento demografico, della forte crescita del reddito e dell’urbanizzazione… avranno come risultato una domanda di cibo, di foraggio, di fibre doppia rispetto ad oggi. Non ci sarà altra scelta che aumentare la produttività agricola', ha aggiunto Diouf, facendo notare che questo incremento dovrà derivare principalmente da una crescita della resa e da una maggiore intensità delle colture piuttosto che dall’estensione delle terre coltivate, nonostante ci siano ancora vaste aree che potrebbero essere coltivate, in particolare nell’Africa sub-sahariana ed in America latina.  Aggiungendo poi che 'se è vero che l’agricoltura biologica contribuisce alla riduzione di fame e povertà e dovrebbe essere incentivata, non è in grado da sola di nutrire una popolazione mondiale in rapido aumento'.
Le proiezioni indicano che la popolazione mondiale raggiungerà nel 2050 i 9,1 miliardi di persone, dagli attuali 6,7 miliardi, e richiederà dunque un incremento del 70% della produzione.Crescente scarsità delle risorse. Oltre ad una crescente scarsità delle risorse disponibili, terra, acqua e biodiversità, 'l’agricoltura a livello mondiale dovrà fare i conti con gli effetti del cambiamento climatico, in particolare con l’aumento delle temperature, con una maggiore variabilità delle precipitazioni e con una maggiore frequenza di fenomeni meteorologici estremi, come alluvioni e siccità'.
A causa del cambiamento climatico si ridurrà la disponibilità di acqua e vi sarà un aumento delle infestazioni di parassiti e delle malattie delle piante.  Si stima che gli effetti combinati del cambiamento climatico potrebbero far calare la produzione del 30% in Africa e del 21 per cento in Asia.
'La sfida non è solo incrementare la produzione globale futura, ma aumentarla laddove e per coloro che ne hanno più bisogno', ha sottolineato il Direttore Generale della Fao.
'Un’attenzione particolare dovrà essere posta ai piccoli contadini, alle donne ed alle famiglie rurali ed al loro accesso alla terra, alle risorse idriche, alle sementi di migliore qualità… ed ad altri moderni fattori produttivi'.