Risolto il problema della non rendicontabilità dell’Iva sostenuta dai soggetti pubblici che beneficiano dei fondi messi a disposizione dai Programmi di sviluppo rurale (Psr), attraverso la costituzione di un “Fondo speciale Iva”, con cui sarà possibile finanziare la parte di spesa non rendicontabile alla Commissione europea.
  
A seguito di questa importante decisione, ratificata dalla Conferenza Stato-Regioni del 29 luglio scorso, saranno sbloccati interventi infrastrutturali di vitale importanza per il Paese (fibra ottica per l’accesso veloce ad internet nelle aree rurali, infrastrutture irrigue e di bonifica, forestazione conservativa, strade e borghi rurali), per un importo corrispondente a circa 1,2 miliardi di euro di spesa pubblica. 
 
La soluzione del problema della non rendicontabilità dell’Iva dovrebbe garantire anche un importante impulso all’attuazione dei Psr italiani che, alla data del 30 giugno 2009, hanno raggiunto un livello di spesa pari all'8,85% del totale, così come emerge dal secondo rapporto predisposto dal Mipaaf e pubblicato sul sito www.reterurale.it.
 
A fronte di un avanzamento medio nazionale dell’ 8,85% - corrispondente ad una spesa pubblica cumulata pari a 1,514 miliardi di euro – solo quattro programmi hanno superato la soglia del 15%: Provincia autonoma di Bolzano (29,6%), Regione Marche (22,3%), Regione Friuli Venezia Giulia (19,8%) e Provincia autonoma di Trento (19,8%).
Nel frattempo, è stato portato a termine il processo di revisione del Piano strategico nazionale sullo sviluppo rurale e di tutti i Psr italiani, resosi necessario con la riforma dell’Health Check della Pac, a seguito della quale sono state assegnate al nostro Paese 693 milioni di euro di risorse comunitarie aggiuntive.
  
Successivamente, con l’accordo raggiunto nella Conferenza Stato-Regioni del 29 luglio scorso, è stato possibile procedere al riparto di dette risorse tra le Regioni e le Province autonome e ad assicurare il relativo cofinanziamento nazionale, ammontante a 462 milioni di euro, di cui 323 messi a disposizione dallo Stato e 139 dalle Regioni e Province autonome.
 
Tutti i programmi regionali, trasmessi a Bruxelles entro i tempi previsti, dovranno ora essere esaminati dai tecnici della Commissione europea, in modo da poter essere approvati entro il 31 dicembre 2009.