Quantità e qualità per una vendemmia che quest’anno da nord a sud, da est ad ovest, sarà una delle migliori degli ultimi dieci anni, secondo le previsioni di Fedagri. A dirlo Paolo Bruni, presidente di Fedagri-Confcooperative, che con le sue 423 cantine associate e 148.000 soci viticoltori, vanta una produzione di 20 milioni di ettolitri, quasi la metà del vino che si produce in Italia.
 
Secondo Carlo Salvadori, Direttore Generale della cooperativa Agricoltori del Chianti Geografico di Gaiole in Chianti (Siena), i vigneti del Chianti presentano una vegetazione bella e rigogliosa, di ottima qualità e con una quantità superiore (+5%) alla vendemmia dello scorso anno.
Dello stesso avviso Luca Rigotti, vice presidente del Gruppo Mezzocorona, una tra le più grandi cooperative vitivinicole del Trentino dove la vendemmia si presenta anticipata di 10-14 giorni per le uve Chardonnay e Pinot Grigio, che inizieranno ad essere vendemmiate, se permarranno le attuali condizioni climatiche, tra il 18 ed il 20 agosto. Per quanto riguarda i vitigni rossi, ottima la qualità dei due autoctoni Marzemino e Teroldego che verranno vendemmiati nella prima settimana di settembre.
 
Nel sud Italia si registra una vendemmia in linea con i valori dello scorso anno. L’unico dato negativo (-10%) si registra in Sicilia per le uve chardonnay a causa di alcuni attacchi di oidio. Parola di Fabio Rizzoli, ad della cantina Feudo Arancio in provincia di Agrigento, che oggi 10 agosto dà avvio alla vendemmia delle uve chardonnay. Prevista invece a fine agosto e a metà settembre la vendemmia delle uve merlot e dei vitigni autoctoni. Rizzoli esprime “preoccupazione per l’attuale condizione di mercato che continua ad essere critica a causa della minore domanda internazionale: la distillazione di crisi - ha aggiunto - seppur necessaria, è arriva in ritardo rispetto alle richieste dei produttori e non porterà i benefici attesi”.
 
Per il presidente di Fedagri-Confcooperative la cooperazione vitivinicola italiana “dovrà continuare a fare sistema razionalizzando le poche risorse a disposizione per promuovere i vini del territorio nei mercati internazionali”. Mercati come la Germania, l’Inghilterra e gli Stati Uniti in cui la cooperazione vitivinicola italiana deve continuare ad investire in attesa della ripresa dei consumi che “non arriverà prima della prossima tarda primavera”.