'Intensificare i controlli sui prodotti alimentari resta la strada maestra per contrastare il preoccupante fenomeno della contraffazione'.
Così Paolo Bruni, presidente Fedagri-Confcooperative, ha commentato le dichiarazioni rilasciate dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia al margine di un incontro sui traffici illegali di prodotti.
'Dai dati ufficiali della Commissione europea, basati sui valori trasmessi dalle dogane dei singoli Stati Membri', spiega Bruni, 'risulta che nel 2007 i prodotti alimentari sequestrati sono stati quasi 2 milioni, con una crescita di oltre il 62% rispetto all’anno precedente. Il principale paese di provenienza di tali prodotti è la Turchia (46%), fatto che desta particolare preoccupazione in vista dell’avviato percorso di ingresso di questo paese nell’Ue'.
'E' altrettanto vero', spiega Bruni, 'che intensa è nel nostro Paese l’attività di ispezioni e sequestri di prodotti contraffatti, come emerge dai dati forniti dai diversi soggetti deputati ai controlli:
 
- la Guardia di Finanza ha sequestrato nel 2008 quasi 95 milioni di prodotti. Di questi, un totale di oltre 1.100 tonnellate di prodotti presentava problematiche connesse all’uso improprio del marchio Made in Italy. Tra i prodotti sequestrati, in particolare ortaggi (44,8%), pesce (11,4%), formaggi e latticini (7%).
- l’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari (ICQ) nel 2007, ha realizzato oltre 39 mila visite ispettive, controllato 29.600 imprese, il 12,9% delle quali ha presentato irregolarità (3.812 casi); degli oltre 10.600 campioni controllati, il 9% è risultato irregolare
- il Nucleo Antisofisticazione e Sanità dell’Arma dei Carabinieri ha effettuato, sempre nel 2007, complessivamente 28.173 ispezioni, accertando oltre 24 mila infrazioni (di cui oltre 18 mila con valenza amministrativa e quasi 6 mila penale).
 
'Per contrastare la contraffazione', aggiunge il presidente di Fedagri-Confcooperative, 'occorre potenziare questa già intensa attività di controlli capillari su tutto il territorio per evitare che arrivino sulle nostre tavole  prodotti fabbricati nel più completo disprezzo delle norme a tutela della salute e della sicurezza dei consumatori. “Appare sempre più imprescindibile', conclude Bruni, 'garantire la riconoscibilità e la tracciabilità dei prodotti agroalimentari, come fanno le nostre 3.700 imprese cooperative che utilizzano materia prima controllata e italiana che proviene, con una media dell’83% dei casi, dal conferimento diretto dei loro soci'.