'A volte Bruxelles fa scelte che poco hanno a che vedere con la produzione di qualità e forse anche con l’agricoltura. Per favorire alcuni settori si dimenticano concetti elementari che un normale cittadino consumatore dà per scontati, come il fatto che l’aranciata si faccia con le arance e che il vino si faccia con l’uva'.
Così il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia commenta l’abrogazione in Senato dell’art.1 della legge n. 286 del 3 aprile 1961, (la cosiddetta legge ‘salva vitamina C’)  e che impedisce che in Italia si possano produrre aranciate senza almeno il 12% di succo d’arancia. Abrogazione avvenuta approvando la legge delega Comunitaria che recepisce le norme europee.
'Questa scelta ha gli stessi presupposti culturali di quella che permetterà di produrre in Europa vino rosato mescolando uve bianche con uve nere. Noi ci siamo sempre battuti, invece, per un’agricoltura di qualità e ci impegneremo affinché quello che vogliamo considerare, solo un errore materiale venga riparato in seconda lettura alla Camera'.
'Per questo gli uffici del Mipaaf hanno già fatto pervenire alla presidenza del Consiglio la nostra richiesta di abrogazione dell’emendamento 16.0.1 proposto dal Senatore Casoli e approvato dal Senato della Repubblica, che di fatto permetterebbe di produrre aranciata senza arance. In modo che nel passaggio alla Camera dei Deputati il Governo intervenga in merito proponendo l’abrogazione dell’emendamento 21. La questione interessa non solo il cittadino consumatore ma anche un settore strategico per il comparto ortofrutticolo come l’agrumicoltura. Sono certo', ha concluso Zaia, 'che il buon senso non si perderà in un bicchiere di aranciata'.