'In una situazione di profonda crisi economica dobbiamo essere vicini agli agricoltori che investono e che scommettono sul futuro: è per questo che l’Italia ha chiesto ed ottenuto a Bruxelles la possibilità di alzare dal 20 al 50% la percentuale di anticipo che verrà erogato agli imprenditori agricoli impegnati nella realizzazione di investimenti'.
Lo ha annunciato oggi il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia,  precisando che la novità interessa le aziende beneficiarie degli aiuti agli investimenti previsti dai Programmi di sviluppo rurale (Psr) 2007-2013 ed è contenuta nel nuovo regolamento di attuazione approvato dal Comitato per lo sviluppo rurale della Commissione europea, riunitosi a Bruxelles.
'L’accesso al credito è uno dei problemi più sentiti dal mondo produttivo', ha precisato Zaia, 'e siamo lieti che la Commissione europea abbia voluto accogliere le nostre richieste di prestare particolare attenzione a questo problema. Si tratta fra l’altro di una misura particolarmente attesa anche in virtù delle ingenti risorse pubbliche destinate a tali misure dai Psr italiani'.
Nell’Asse I dei Programmi di sviluppo rurale, quello dedicato alla competitività del sistema agricolo e forestale, sono infatti concentrati circa 6,4 miliardi di euro, pari al 39% dell’intera dotazione finanziaria destinata allo sviluppo rurale per il periodo 2007-2013; di questi, oltre 2,3 miliardi di euro sono dedicati al sostegno agli investimenti nell'impresa agricola (misura 121) e 1,2 miliardi al sostegno alle imprese di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali (misura 123).
Le risorse pubbliche coprono solo una parte della spesa totale dell'investimento; ad esse si deve aggiungere la quota a carico dei privati, variabile tra il 40 e il 60% del costo dell’investimento, in relazione alle aree di intervento e al tipo di beneficiario.
'Questo provvedimento', ha aggiunto il ministro Zaia, 'ha una duplice valenza: favorire l'avanzamento della spesa del Psr e ridurre l’esigenza dei privati di accedere al credito ordinario e, conseguentemente, di indebitarsi per reperire la liquidità necessaria per effettuare gli investimenti. L’importo degli anticipi concessi', ha concluso il ministro, 'potrà essere rendicontato come spesa effettivamente sostenuta da parte delle Regioni'.