Secondo il rapporto della Fao, l'elevato tasso di crescita della produzione 2008 è stato determinato da un miglior raccolto per ettaro e dall'aumento dell'area coltivata.
Gli stoccaggi più consistenti troveranno collocazione soprattutto nei paesi esportatori come Cina e India, che da sempre controllano le più ampie riserve di riso. Ma gli importatori tradizionali, come Indonesia, Sri Lanka, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti dovrebbero comunque aumentare i propri depositi.
Per quanto riguarda i prezzi, nel secondo semestre del 2008 è stato registrato un calo ritenuto fisiologico, pur evidenziando sul 2007 un aumento medio dell'80%: un esempio eloquente arriva dal riso bianco thailandese 100% di classe B che nel gennaio scorso è stato valutato a 611dollari/tonnellata a fronte dei 385 dell'anno precedente, comunque dopo aver raggiunto un record di 963dollari/tonnellata.
Il raccolto eccezionale del 2008 induce a un cauto ottimismo circa la possibilità di vedere ridotti i prezzi al consumo, tuttavia la grande crisi economica mondiale potrebbe annullare questi ipotetici vantaggi a danno delle popolazioni più povere del pianeta, le più colpite dal calo del reddito e dalla dilagante disoccupazione.
Si stima che i tradizionali Paesi importatori ricostituiscano le loro scorte per raggiungere i 20 milioni di tonnellate circa. Tuttavia, la maggior parte di tale aumento sarà concentrato nei Paesi esportatori. La Fao afferma che "sebbene la diminuzione dei prezzi sia positiva per i consumatori, il prezzo all'esportazione al di sotto di 400 dollari/tonnellata per il riso bianco di qualità superiore potrebbe essere dannoso per i produttori e per le politiche mirate all'autosufficienza in molti Paesi importatori".
Il report della Fao è scaricabile al link ftp://ftp.fao.org/docrep/fao/011/ak002e.pdf
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Fonte: Fao