'Il sistema Fedagri-Confcooperative, 3.700 imprese cooperative agricole ed agroalimentari aderenti, 55.000 soci, oltre 550.000 addetti, ha fatturato nel corso del 2008 oltre 25 miliardi di euro. Rispetto ai due anni precedenti (23,09 miliardi del 2006 e 23,96 del 2007), il tasso medio annuo di crescita è stato superiore al 4%, risultato che appare senz’altro lusinghiero poiché conseguito in un ambito competitivo molto difficile'.
Questi alcuni dei dati presentati dal presidente di Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni durante un incontro con la stampa svoltosi a Roma.
'Le imprese che aderiscono a Fedagri', ha proseguito Bruni, 'rappresentano oltre il 27% della produzione agricola nazionale: ciò vuol dire che più di un euro ogni quattro dell’agricoltura italiana viene raccolto, trasformato, distribuito o esportato dalle cooperative Fedagri'.
Positivo anche il bilancio sulla commercializzazione dei prodotti delle imprese cooperative: Giorgio De Rita, Amministratore Delegato Nomisma, anticipando alcuni dati di un Osservatorio sul sistema cooperativo agroalimentare, ha evidenziato 'l’assetto sostanzialmente stabile sul mercato nazionale delle cooperative', evidenziando la crescita delle vendite nazionali registrata nel corso dell’ultimo quadrimestre (+1% rispetto all’anno precedente) e “la presenza più incisiva delle imprese cooperative sul mercato estero: oltre il 30% delle cooperative Fedagri esporta parte della propria produzione, gli ordini e le vendite all’estero sono cresciute del 15% nel secondo quadrimestre 2008 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
 
Investimenti nell’innovazione
Prosegue inoltre la capacità di investimento delle cooperative: il 45% delle imprese che investono dichiara in aumento gli investimenti rispetto agli ultimi tre anni e oltre il 30% li manterrà inalterati.
E' il caso del consorzio cooperativo Conserve Italia, il primo gruppo conserviero italiano, che, come ha dichiarato il presidente Maurizio Gardini, 'continua la sua politica di espansione e consolidamento sui mercati nazionali e internazionali attraverso i propri marchi Cirio, Valfrutta, Yoga e Derby'.
Significativo anche l’incremento in termini di produzione lavorata: nel corso della campagna 2008, spiega Gardini, 'sono stati lavorati oltre 6 milioni di quintali di materia prima, totalmente di provenienza italiana e conferita dai soci, con un rigoroso controllo di filiera e dell’origine della materia prima'.
 
Il successo sui mercati esteri: il caso del vino
Significativa inoltre la presenza delle produzioni cooperative sui mercati esteri, in particolare per il settore vitivinicolo, che destina all’export il 36% del suo fatturato complessivo: dei 10 miliardi di euro fatturati del 2007, ben 3,6 miliardi sono stati destinati all’export, con un incremento del +8% rispetto all’anno precedente.
Rilevanti in tal senso i numeri del consorzio cooperativo Citra, la più grande realtà vitivinicola dell’Abruzzo, sesto brand nella classifica dei vini italiani venduto negli Stati Uniti (mercato che insieme al Canada costituisce il principale destinatario dell’export di Citra). 'Più di due terzi del nostro fatturato', ha spiegato Giuseppe Colantonio, Marketing Manager Citra, 'è rappresentato dall’export: il nostro Montepulciano Citra è il vino rosso italiano attualmente più venduto in Canada. Per noi è motivo di orgoglio coniugare la valorizzazione del territorio e i sacrifici dei nostri soci viticoltori con strategie di marketing innovative per rispondere alle sfide del mercato globale e alle richieste sempre più esigenti dei consumatore finali'.
Il presidente Bruni ha rilanciato: 'L'aumento del 15% delle vendite all'estero delle cooperative agricole significa capacità di espansione, sviluppo ed internazionalizzazione. Il tutto in una fase critica per l'economia italiana che durerà almeno fino al primo semestre del 2009'.
Nel suo intervento conclusivo, Paolo Di Marco, Responsabile Segreteria tecnica dell’on. Adolfo Urso, Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al commercio estero, ha dichiarato: 'Il settore non va lasciato solo e interverremo con un piano di promozione commerciale, attraverso l'Ice (Istituto per il commercio estero), di oltre 5 milioni di euro. Ci sono infatti da consolidare posizioni da leader nei mercati maturi, dagli Stati Uniti al Giappone, ma anche l'obiettivo di espansione nei nuovi paesi-clienti come la Russia e i paesi dell'Est (area dei Balcani) e i paesi del Golfo e del Nord del Mediterraneo che soffriranno meno la crisi economica internazionale'.