Oltre 1.500 tra buyer, importatori giornalisti e winelover si sono dati appuntamento per un evento storico: l’organizzazione alla “The New York Public Library” (per la prima volta nella sua lunga vita) di una degustazione e di un seminario sui cambiamenti climatici guidato dal Master of Wine Serena Sutcliffe con gli Young Lions (open club di giovani produttori di tutto il mondo, fondato in occasione del 40° Vinitaly nel 2006), e alla presenza della più nota tra gli opinion leader del vino mondiale, Jancis Robinson (wine writer del Financial Times).
“La formula di questi eventi è vincente e va incrementata – sottolinea Camillo Cametti, consigliere di Veronafiere e membro del General Board dell'UFI, l’organizzaizone mondiale delle fiere che raggruppa oltre 300 organizzatori di 60 Paesi -. Dall’osservatorio privilegiato del Board, vediamo chiaramente che la sfida del business fieristico si gioca sull’internazionalizzazione. In questo Veronafiere, con la sua presenza non solo negli USA ma anche in Giappone, Cina, Russia, India, Brasile, Est Europa e con le sue alleanze strategiche, è tra i poli più dinamici a livello globale”.
Il Vinitaly US Tour 2008 è stata l’occasione per fare il punto sulle prospettive del mercato USA, il più importante al mondo per il vino che, se da un lato ha registrato una flessione complessiva in volume nei primi otto mesi dell’anno (-8,6%), dall’altro ha visto le forniture italiane (oltre 1,45 milioni di ettolitri) tenere il passo (-5,6%) e incrementare il valore +6,8% (789,56 milioni di dollari) rispetto ai competitor.
“Negli Stati Uniti la diminuzione dell’import non ha arrestato la crescita dei consumi di vino, che si prevede continueranno ad aumentare al ritmo del 4% l’anno fino al 2012, quando gli Usa saranno il primo mercato del mondo in termini di volumi”, ha ricordato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
Intanto il consumo pro capite ha raggiunto un nuovo record, superando 12,9 litri l’anno, contro i 10,3 del 2004.
“È un mercato enorme che ha ancora un grandissimo margine di miglioramento”, ha commentato l’Ambasciatore d’Italia negli USA, Giovanni Castellaneta, facendo gli onori di casa nella sede dell’Ambasciata a Washington, sede dell’ultima tappa del Vinitaly US Tour 2008 alla vigilia della presidenziali.
“Questo è un grande anno per i vini italiani, sia per la scarsa vendemmia in California che non riesce a soddisfare una domanda crescente, sia per la rivalutazione del dollaro che rende sempre più apprezzato il rapporto qualità/prezzo dei prodotti made in Italy” ha sottolineato Paul Wagner, docente di wine marketing al Napa Valley College.
E sulle caratteristiche vincenti del vino italiano si è espresso Dave McIntyre, wine columnist del Washington Post, intervenuto all’evento nella capitale, che ha evidenziato come “le diversità e varietà dei vini italiani li rendono assolutamente unici e, oltre i Barolo, Brunello, Chianti e Nobile di Montepulciano, molti importatori stanno scoprendo i vini del Sud come il Nero d’Avola o i bianchi quali Soave, Arneis e Greco di Tufo, che hanno enormi potenzialità per i loro profumi e sapori. Il vino italiano è l’ideale per il matrimonio col food, e ha caratteristiche organolettiche e di prezzo che spesso e volentieri lo rende più appetibile dei vini locali”.
Il Vinitaly World Tour non si ferma e dal 17 al 23 novembre sarà a Tokyo, Pechino, Shanghai e Macao dove è diventato, in dieci anni di attività il più importante appuntamento per la promozione del vino su tutto il mercato dell’sia.
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Fonte: Veronafiere - Vinitaly