Finora solo una piccola parte di tali fondi sono andati al settore agricolo, sebbene offra un enorme potenziale per ridurre l’inquinamento da gas serra, in quanto ne costitutisce una delle maggiori fonti di emissione (contribuendo infatti a circa il 30% a livello globale, se si includono i cambiamenti di destinazione d’uso della terra e il settore zoo-tecnico intensivo).
“Questa è una situazione in cui tuttti hanno da guadagnare”, afferma Theodor Friedrich, Funzionario Principale della Fao in materia di incremento produttivo sostenibile (Sustainable Production Intensification, SPI). “Abbiamo contemporaneamente la possibilità di porre un freno al cambiamento climatico, aiutare i contandini poveri a migliorare le loro condizioni di vita e promuovere una buona conservazione del suolo aumentandone la produttività”.
Ma per ottenere finanziamenti nell’ambito del CDM, i progetti devono dare prova scientificamente misurabile di quanto possano ridurre le emissioni di gas serra a confronto con l’agricoltura tradizionale.
Queste sono alcune delle questioni che verranno trattate nell’incontro, organizzato dalla Fao e dal Centro d’Informazione sulla Tecnologia Conservativa, col supporto della Convenzione quadro delle Nazioni unite sul cambiamento climatico.
Un suolo ricco di carbonio, oltre ad essere più produttivo, è più salutare e trattiene maggiormente l’acqua, cosituendo un miglior rimedio contro le alte temperature e l’incertezza nella frequenza delle precipitazioni. “Usare i finanziamenti del Clean Development Mechanism per promuovere l’agricoltura conservativa o altri sistemi di incremento produttivo sostenibile nei paesi in via di sviluppo, potrebbe costituire uno stimolo considerevole - aggiunge Friedrich -. Tale destinazione aumenterebbe inoltre la sicurezza alimentare e contribuirebbe ad aiutare la comunità internazionale e le popolazioni vulnerabili a superare le sfide poste dal cambiamento climatico”.
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Fonte: Fao - Food and Agriculture Organization of the United Nations