Continua l'aumento dei costi per le produzioni agricole. Lo dicono le rilevazioni di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare) che confrontando gli andamenti di aprile evidenziano una crescita dello 0,5% rispetto al mese precedente, crescita che tocca il 9% se messa a confronto con 12 mesi fa.

Come messo in evidenza su Agronotizie la scorsa settimana, all'aumento dei prezzi all'origine che sembra premiare il lavoro degli agricoltori, si contrappone un forte aumento dei costi che in molti casi annulla i vantaggi riconosciuti dal mercato. A farne le spese maggiori sono poi gli allevamenti che hanno visto aumentare il costo dei mangimi del 21,3% rispetto ad un anno fa, mentre calano del 13,9% i prezzi degli animali da allevamento. Un doppio danno per chi basa le proprie attività zootecniche sulla produzione di animali da rimonta.

Aumenti più contenuti, è sempre Ismea ad evidenziarlo, per le sementi (+4,3%)  e per gli antiparassitari (+2,9%).


Lo studio Ismea

L'evoluzione del mercato, con il suo difficile equilibrio fra prezzi e costi, restituisce la fotografia di un'agricoltura in affanno, con margini sempre più ridotti e, come accade per alcuni settori come la suinicoltura, in una situazione di netta perdita. Difficoltà che trovano esito nella riduzione della produzione agricola nazionale che Ismea registra nel primo trimestre dell'anno. Il calo è significativo, meno 6,7% rispetto ad un anno fa.

Le maggiori riduzioni sono state registrate nelle coltivazioni vegetali (-11,1%). Solo apparentemente in controtendenza il dato delle produzioni animali con un all'aumento dell'1,9%. Come mette in evidenza anche lo studio Ismea, la crescita è per gran parte merito del bilancio positivo ottenuto dal comparto avicolo. Segno che la disavventura "influenza aviare" può essere considerata definitivamente dietro alle spalle.

"Peggiorano . conclude Ismea - anche le aspettative degli operatori del settore. Lo confermano gli indici di fiducia dell'Ismea che, per quanto riguarda l'industria alimentare, mostrano un peggioramento soprattutto nel comparto molitorio e in quello ittico."

La risposta di Bruxelles
Le difficoltà di questa situazione non sfuggono all'attenzione di Bruxelles che al tema prezzi e costi ha dedicato i lavori della Commissione Europea che il 20 maggio ha adottato una comunicazione che analizza i fattori in campo e fornisce alcune risposte politiche al problema. Nel medio termine le iniziative della Ue, si dice in questa comunicazione, saranno "volte a potenziare gli approvvigionamenti agricoli e a garantire la sicurezza alimentare, promuovendo al tempo stesso criteri sostenibili per i biocarburanti e lo sviluppo di generazioni future di biocarburanti a livello europeo e internazionale e potenziando la ricerca agricola e la diffusione delle conoscenze, specie nei paesi in via di sviluppo"

Anche a Bruxelles, dunque, si esclude che la causa dell'aumento dei prezzi sia dovuta alla corsa ai biocarburanti, ma piuttosto alla crescita della domanda di derrate alimentari che proviene dai paesi ad economia emergente.

 

 

 

Foto benimoto