Proprio nei giorni in cui si susseguono continui comunicati sul caro petrolio e sulle opinioni di enti, istituzioni ed associazioni che si confrontano sulle possibili soluzioni su come diminuire i consumi derivanti dal fossile, dal petrolio e dal carbone ed incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, a Cesena si è fatto proprio il punto della situazione su questa questione. Agrofer, Salone delle agroenergie, risparmio energetico e bioedilizia, conclusosi lo scorso 30 marzo è stato teatro di incontri, convegni e workshop che hanno proprio trattato delle questioni maggiormente additate in questo periodo in fatto di energie rinnovabili. Una rassegna rivolta anche al mondo dell'agricoltura, per la produzione di energia da biomassa. Una mostra-esposizione delle energie da fonti rinnovabili (Fer), e nello stesso tempo uno 'spazio' dove chiunque, dal cittadino allo studente, ha potuto vedere, capire e farsi spiegare come usare le energie rinnovabili, come applicarle e come convertire i propri impianti; una rassegna, unica in questo settore nell'area adriatica, perché rivolta all'agricoltura, con proposte ed indicazioni per il risparmio energetico (comprendendo la bioedilizia) e per la produzione di energia da biomassa.
'E' l'unico appuntamento in Italia rivolto al settore agricolo', ha sottolinea Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fiera, 'organizzato con l'obiettivo di diffondere la cultura delle energie rinnovabili, sensibilizzare operatori e cittadini, far conoscere tecnologie ed opportunità'.
'La necessità di produrre energie da fonti rinnovabili per sostituire quelle fossili in maniera compatibile con l'ambiente ed allo stesso tempo dare reddito all'agricoltore', ha continuato Scarpellini, 'sono gli elementi che fanno di Agro Fer la vetrina del percorso che porta a un territorio in cui si instauri un rapporto tale secondo cui, oltre a produrre agroenergie, si possa risparmiare con la bioedilizia. Non solo, ma, sotto l'aspetto agricolo, stimolare gli allevamenti zootecnici affinché, invece di depurare (con forti spese), convertano i liquami in fonte di energia per il riscaldamento ed altro. Oppure cercando di aggregare le piccole aziende agricole per superare l'ostacolo delle scarse dimensioni delle singole imprese che sovente non consentono investimenti adeguati alle fonti rinnovabili. E' una questione che va affrontata al più presto in quanto c'è l'esigenza di colmare un divario: a livello mondiale la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili è al 13,3%, mentre in Italia rappresenta poco più del 7% del consumo'. E questo 7% è formato da idroelettrico e geotermia, che coprono il 65% del totale, biomasse e rifiuti appena il 30,5%, mentre è quasi irrilevante l'apporto di eolico e solare (2,7%). La stessa Finanziaria recepisce la diffusione delle energie da fonti rinnovabili. Pertanto il settore agricolo può diventare un importante protagonista nel campo delle energie rinnovabili attraverso colture dedicate, biomasse agroforestali, residui zootecnici e agroindustriali, fonti solari o eoliche che potranno produrre elettricità, calore, biocombustibili.
Di grande interesse gli incontri organizzati nell'ambito della manifestazione, che oltre a fare un quadro della situazione delle agroenergie in Emilia-Romagna, regione ospitante, si sono incentrati in primis sulla questione dei biocombustibili. Durante questo incontro, molto importante l'intervento di Marco Caliceti di DEIAgra (Dipartimento di economia e ingegneria agrarie) dell'Università di Bologna, che ha trattato dei tre principali aspetti del biodiesel in: Italia, Bulgaria, Grecia, Polonia, Ungheria e dell'opportunità di filiere transnazionali di biodiesel. Di seguito una tavola rotonda sull'incremento dell'utilizzo del biodiesel in Italia secondo le normative indicate dall'Unione europea.
Sabato 29 marzo un altro incontro davvero dall'argomento molto innovativo per il comarto agroenergetico, in quanto ha affrontato l'uso energetico di sottoprodotti agricoli ed analizzato le prospettive per la pollina.
 
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