Oggi trattare di “biomasse a fini energetici” significa parlare del futuro prossimo, non molto distante. Equivale affrontare le tematiche concrete delle opportunità che si aprono all’agricoltura del dopo “produrre food”, per un comparto che va orientandosi verso il “no food”. E’ quanto ha voluto sottolineare l’amministratore unico di Veneto Agricoltura, Corrado Callegari, nel suo intervento di apertura, spiegando il perché dell’incontro e perché l’azienda regionale per i settori agricolo, forestale e agroalimentare si occupa di tutto ciò.
Il convegno di Veneto Agricoltura è riuscito a dare una panoramica delle possibilità di utilizzo delle fonti rinnovabili a fini energetici, le previsioni per il futuro e le varie difficoltà da affrontare. Corrado Callegari ha sottolineato che l’importanza delle bioenergie a livello europeo e mondiale e in particolare per la nostra regione, è oggi ineludibile. Ha voluto inoltre descrivere il percorso che ha portato Veneto Agricoltura ad investire sempre maggiori risorse nell’utilizzo di fonti rinnovabili, soffermandosi sull’Azione strategica bioenergia (Asb), un documento organico di programmazione che indirizzerà nei prossimi anni l’azione dell’ente nel campo delle biomasse a fini energetici. Veneto Agricoltura può vantare il primato a livello nazionale nell’adozione dell’Asb, coerentemente con gli indirizzi europei (Biomass Action Plan del 7 dicembre 2005) e in raccordo con il Governo regionale. Callegari ha annunciato che nei prossimi mesi l’attività dell’ente subirà una forte accelerazione, con l’obbiettivo ambizioso ma realistico, di fare di Agripolis, dove ha sede l’azienda, uno dei principali poli italiani della bioenergia, valorizzando al meglio le strutture e le risorse umane e finanziarie di cui Veneto Agricoltura dispone.
Heinz Kopetz, Presidente Eubia (European biomass association), uno dei massimi esperti europei in materia, ha aperto il suo intervento riconoscendo gli sforzi fatti da Veneto Agricoltura nello studio e nella diffusione delle fonti rinnovabili per produrre energia. Ha segnalato che l’Italia è il paese europeo che utilizza meno le fonti rinnovabili, anche se la diffusione nel resto dei paesi comunitari è da considerarsi comunque abbastanza deludente rispetto alle aspettative. Purtroppo non esiste ancora una politica comune sulle bioenergie, ogni paese deve autoregolarsi e trovare le soluzioni migliori per diffondere l’utilizzo di energia pulita, considerando le proprie caratteristiche territoriali e sociali. Le tecnologie per sfruttare l’energia proveniente da fonti rinnovabili esistono già, e sono efficienti; la difficoltà ora consiste solo nello studiare come gestire questa rivoluzione energetica. Heinz Kopetz ha illustrato anche gli impatti che le fonti utilizzate per produrre energia hanno nell’ambiente. I residui dei combustibili fossili dopo la combustione rimangono nell’atmosfera; utilizzando le bioenergie l’impatto è zero per l’ambiente.
Raffaele Cavalli, Preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Padova, si è soffermato sul ruolo da protagonista che l’università svolge nella diffusione a livello nazionale delle bioenergie. Agripolis in particolare è destinato a diventare un centro di importanza internazionale nella ricerca e sviluppo nell’agricoltura, grazie alla vicinanza di realtà con ruoli diversi ma strettamente legate all’ambiente agricolo. Veneto Agricoltura, Facoltà di Agraria e di Veterinaria, possono dare risposte concrete agli operatori e a tutto il paese.
L’impresa agricola è l’attore imprescindibile per lo sviluppo delle bioenergie. Con questa affermazione ha iniziato il suo intervento Mario Berton, Presidente dell’Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali. “Le imprese agricole devono essere prese in considerazione come modelli organizzativi delle filiere bioenergetiche; queste realtà possono produrre energia per il proprio fabbisogno e anche per altri soggetti, permettendo così alle imprese di incrementare il proprio reddito. Basta considerare, ha concluso, che un impianto che produce energia viene ammortizzato in circa due anni, dopo i quali l’agricoltore avrà energia praticamente gratuita o a bassissimo costo”.
Giustino Mezzalira, esperto di settore, ha posto l’accento sui benefici economici che l’agricoltore potrà avere producendo colture a fini energetici. Ciò che è importante è guardare alle diverse filiere bioenergetiche in termini sostenibilità economica, sociale e ambientale. Un esempio è quello di produrre legno nei cedui a corta rotazione per la produzione di energia termica (calore) vendendo nel contempo i servizi ambientali resi dal ceduo, per esempio la fitodepurazione delle acque.
Veneto Agricoltura ha concluso Giovanni Chillemi, Direttore della Sezione Ricerca e sperimentazione dell’azienda regionale, impegna le proprie energie per dare soluzioni razionali adattabili nelle varie realtà territoriali, mettendosi a disposizione per coinvolgere gli agricoltori e trasferire conoscenze acquisite nell’ambito delle bioenergie, per diffondere l’utilizzo delle fonti rinnovabili.
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Fonte: Veneto Agricoltura