12 giugno, Giornata Mondiale contro il lavoro minorile.
"E' inaccettabile che ogni giorno al mondo vi siano oltre 132 milioni di bambine e bambini tra i 5 ed i 14 anni d'età costretti a lavorare sui campi, in condizioni spesso molto dure e rischiose per la loro salute", ha detto Jose Maria Sumpsi Vinas, vice direttore generale della FAO, Dipartimento agricoltura e difesa del consumatore. "La vera strategia vincente contro il lavoro minorile è lavorare alla riduzione della povertà delle zone rurali dei paesi in via di sviluppo, offrendo opportunità alternative di reddito, affrontando le questioni relative alla salute ed alla sicurezza sul lavoro in agricoltura, migliorando la gestione dei pesticidi ed assicurando uno sviluppo sostenibile", ha aggiunto Sumpsi. Nonostante si tratti di stime per difetto, i dati dell'ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) dicono che a livello mondiale il fenomeno coinvolga circa 218 milioni di minori – il 70 per cento dei quali occupati in agricoltura, dove rappresentano un terzo della forza lavoro complessiva del settore.
La maggior parte degli studi concordano sul fatto che, pur nella diversità delle situazioni, la povertà ne è la causa di fondo; tuttavia, ci sono paesi poveri che sono riusciti a ridurre drasticamente, e quasi eliminare, il lavoro minorile. L'esempio dello stato del Kerala, in India, è significativo.
Eve Crowley, esperta senior della Divisione FAO Pari opportunità, equità ed impiego rurale, sottolinea che "occorre uscire dal muro di silenzio e d'indifferenza che circonda questo fenomeno e lavorare affinché le convenzioni dell'ILO vengano adottate ed applicate, e che da oggi in poi si rafforzi il movimento mondiale per lottare contro le peggiori forme di sfruttamento dei minori in agricoltura".

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