Secondo gli esperti internazionali riuniti presso la Fao per valutare l’impatto ambientale e sulla sicurezza alimentare dell’industria bioenergetica – oggi in enorme espansione – i governi potrebbero utilizzare la bioenergia come forza motrice dello sviluppo rurale.
“Per la prima volta esperti di discipline diverse, bioenergia, sicurezza alimentare ed ambiente, si sono incontrati per discutere degli importanti legami tra questi settori”, ha affermato Alexander Müller, responsabile del Dipartimento Gestione delle risorse naturali e dell’ambiente della Fao a commento dell’incontro della settimana scorsa.
“Vi è una legittima preoccupazione tra alcuni che la bioenergia possa compromettere la sicurezza alimentare e danneggiare l’ambiente, ma la bioenergia può anche essere uno strumento importante per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali, se i governi terranno nella dovuta considerazione le possibili ripercussioni sull’ambiente e sulla sicurezza alimentare”.

Il ruolo dei governi
“In termini di sicurezza alimentare, le bioenergie hanno senso solo se sappiamo dove si trovano le persone che soffrono di malnutrizione e cosa può far migliorare la loro situazione. A livello ambientale dobbiamo fare in modo che sia i grandi produttori che i piccoli abbiano ben presente gli effetti negativi e positivi.
“I governi possono svolgere un ruolo decisivo fissando normative per le procedure d'esecuzione. Ma anche organizzazioni internazionali come la Fao possono avere un ruolo importante, fornendo un foro neutrale per la discussione e sostegno alle politiche”, ha aggiunto.
“E' necessario un impegno a livello internazionale per assicurare che la sicurezza alimentare non venga compromessa e che le risorse naturali siano usate in modo sostenibile”, ha aggiunto Müller.
In questo contesto, secondo gli esperti internazionali che hanno partecipato all’incontro di tre giorni della scorsa settimana, la Piattaforma Internazionale sulla Bioenergia della Fao deve farsi promotrice di linee guida in materia di bioenergie ad uso dei governi e dei potenziali investitori.

Coltivazioni “a mosaico”
Secondo alcuni esperti la produzione di biocombustibili potrebbe avere effetti positivi sull’ambiente e far incrementare la sicurezza alimentare a patto che i piccoli contadini producano colture destinate alla produzione di biocombustibili e biomassa come fonte energetica per se stessi e per le loro comunità e contribuiscano alla produzione commerciale per i mercati nazionali ed internazionali.
Le colture e le materie prime destinate alla produzione di bioenergia dovrebbero essere prodotte per così dire a "mosaico", vale a dire a fianco delle colture alimentari e di altri tipi di vegetazione. "Le zone produttive destinate ai biocombustibili , se ben concepite in questo schema a mosaico, potrebbero fornire altri importanti servigi, per esempio servire da barriere frangivento, recupero delle aree degradate, habitat per la biodiversità originaria ed offrire molti altri servizi ambientali.

Una “rinascita” agricola
Joseph Schmidhuber, economista senior della Divisione Economia agricola e dello sviluppo della Fao, ha evidenziato come, se gestita correttamente, la bioenergia potrebbe in realtà favorire una sorta di “rinascita” dell’agricoltura in alcuni paesi in via di via di sviluppo dove i biocombustibili potrebbero prodursi in modo redditizio.
L’impatto del nuovo mercato delle bioenergie sulla sicurezza alimentare potrà essere negativo o positivo, tutto dipenderà, a livello nazionale, se quel paese è esportatore o importatore netto di cibo e di energia. Lo stesso vale a livello di singolo nucleo familiare, con i contadini senza terra ed i poveri dei centri urbani, tra i gruppi più a rischio. Saranno necessarie misure speciali per proteggere paesi e gruppi vulnerabili, ha aggiunto l’esperto Fao.

Nuovi dati
Gli esperti hanno concordato sulla necessità di disporre di maggiori strumenti d’analisi per capire appieno l’impatto della produzione bioenergetica sulla sicurezza alimentare e sull’ambiente. I paesi avranno bisogno di maggiori dati ed informazioni per valutare il proprio potenziale bioenergetico ed identificare i punti nevralgici. Coltivazioni da destinare ai biocombustibili, che competono con la terra e le risorse idriche necessarie per la produzione alimentare, non devono coltivarsi laddove le popolazioni soffrono d’insicurezza alimentare.
L’obiettivo secondo gli esperti è che la bioenergia sia sostenibile dal punto di vista ambientale ed equa da quello sociale. “E' una sfida con cui possiamo e dobbiamo fare i conti”. Gli esistenti sistemi di allerta rapida delle carestie, che comprendono valutazioni sulla sicurezza alimentare a livello delle famiglie e indagini sui livelli di sottonutrizione, sono ormai consolidati e possono aiutare a comprendere meglio i rischi per le popolazioni più vulnerabili.
“La bioenergia offre enormi opportunità per gli agricoltori, specialmente nei paesi in via di sviluppo”, ha aggiunto Gustavo Best, coordinatore Fao per le questioni energetiche. “Ma vi sono anche pericoli che non vanno sottovalutati”.