Risparmio energetico e ottimizzazione delle produzioni quindi, temi al centro del seminario che Veneto Agricoltura ha organizzato, con Università di Padova, Il Sole 24ore, Aigacos (Associazione italiana per la gestione agronomica e conservativa del suolo) e Unima (Unione nazionale imprese meccanizzazione agricola), lo scorso 31 gennaio 2007 nella sede di Legnaro (Pd).
L’incontro ha fornito i risultati tecnici ed economici che la riduzione delle lavorazioni possono consentire se applicate in maniera razionale e con attrezzature adeguate.
Le relazioni sono state presentate da Giuseppe Elias e da Lorenzo Benvenuti di Aigacos e dal professor Luigi Sartori del Dipartimento Territorio e sistemi agroforestali dell’Università di Padova. I lavori sono stati introdotti da Giovanni Chillemi e chiusi da Giuseppe Crocetta di Veneto Agricoltura e sono stati coordinati da Roberto Bartolini de Il Sole 24 ore - Editoria Specializzata. I diversi contributi hanno evidenziato che l’agricoltura conservativa, se praticata in maniera attenta e qualificata, con le attrezzature appropriate e nelle condizioni opportune dei terreni, può comportare interessanti vantaggi in termini di redditività per l’azienda agricola.
L’applicazione delle lavorazioni semplificate può infatti consentire una riduzione dei costi di produzione mantenendo a buoni livelli (e talvolta incrementando) le rese ottenibili. I vantaggi non si limitano al solo ed importante aspetto economico, ma interessano anche l’ambiente con il contenimento dell’erosione e la migliore qualità delle acque di ruscellamento.
Dal punto di vista agricolo si può ottenere anche una più elevata fertilità del terreno per una lisciviazione più contenuta e un vantaggio operativo per la tempestività di intervento che le operazioni semplificate preliminari alla semina, possono consentire.
Il problema delle lavorazioni a basso impatto è stato affrontato fin degli anni settanta, ma solo nell’ultimo decennio si sono cominciate a diffondere le prime attrezzature specifiche e sono state realizzate alcune applicazioni pratiche. Innovazione nella tradizione. Infatti l’AC contribuisce alla conservazione ambientale, al conseguimento di una produzione agricola sostenibile, e mira a replicare i processi naturali attraverso il mantenimento di una copertura permanente del suolo con l'impiego di colture di copertura e/o residui colturali.
Per intervenire in maniera meno invasiva sul terreno, l'impianto delle colture avviene attraverso la semina diretta (o non lavorazione) o, in condizioni appropriate, con una minima lavorazione senza l'inversione degli strati. Infatti, la razionale rotazione colturale crea le migliori condizioni ambientali per l'apparato radicale e contrasta l'insorgere di infezioni e malattie.
Le tecniche di AC influiscono il meno possibile sulla naturale composizione del suolo, sulla sua struttura e sulla biodiversità, favoriscono come detto l'infiltrazione dell'acqua e la conservazione dell'umidità, contrastando l'erosione e contribuendo a migliorare la qualità delle acque. Le implicazioni di carattere ambientale che comporta la semplificazione delle lavorazioni sono spesso accompagnate dalla riduzione dei costi e/o da un aumento del reddito.
Quanto esposto nel convegno del 31 gennaio rappresenta il risultato del primo anno di prove effettuate presso l’Azienda pilota ed dimostrativa “Sasse Rami” di Veneto Agricoltura sulle colture del frumento, del mais e della soia. Prove che saranno ripetute per altri due anni per consentire di effettuare una più completa verifica tecnico - economica di casistiche ambientali e operative diversificate.
Veneto Agricoltura si è impegnata ad organizzare anche il prossimo 25 luglio 2007 una giornata in campo, sempre presso l’azienda “Sasse Rami” di Ceregnano (Ro), dove saranno visibili in lavoro le principali attrezzature impiegabili nell’agricoltura conservativa. Nell’occasione potrà anche essere effettuata una prima valutazione relativamente alle prove colturali in atto.
Per informazioni: Veneto Agricoltura
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Fonte: Veneto Agricoltura