Quello che pubblichiamo di seguito è l'intervento di Paolo Lameri, amministratore unico di Agribiotec, sulla controversa vicenda che vede al centro del dibattito l'articolo 38 del Dpr 290.
"In questi anni di attuazione del Dpr 290 art. 38 - afferma Lameri - abbiamo assistito più volte a dichiarazioni altisonanti e diffamatorie nei confronti delle aziende produttrici e dei loro prodotti autorizzati con il nuovo regolamento. Purtroppo non si è andati mai oltre a falsi allarmismi e slogan che hanno creato solo confusione e sospetto nel settore dell'agricoltura biologica e integrata.
In tutta questa polemica fatta di piccoli episodi, spesso finalizzati anche a singoli prodotti, non si è mai cercato di fare chiarezza analizzando pregi e difetti dell'articolo 38 e del mercato dei mezzi tecnici.
Sicuramente all'articolo 38 va riconosciuta l'innovazione tecnica di un decreto che, come altri simili approvati in paesi della CE (Germania, Francia, Danimarca hanno un sistema alternativo a quello europeo per i prodotti naturali) vuole superare il muro burocratico della direttiva europea, che ha bloccato e impoverito di risorse il settore.
I prodotti etichettati a norma dell'articolo 38, oltre a dover essere venduti con il nome tecnico e non con uno commerciale di fantasia come accade per i prodotti registrati, devono riportare indicazioni concernenti la composizione quali-quantitativa del prodotto naturale, l'esatta identificazione del responsabile legale dell'immissione in commercio e dello stabilimento di produzione e confezionamento, dell'azienda distributrice, la classificazione del prodotto, le precauzioni d'uso, le colture ammesse e le modalità e dosi d'impiego e non per ultimo, anche se non specificato, le indicazioni sui tempi di carenza che devono rispettare quanto ammesso nella normativa residui qualora il medesimo prodotto sia già in uso per quella coltura.
Quindi con questo decreto si è data la possibilità a tutte le aziende produttrici di immettere in commercio prodotti naturali purché etichettati con chiarezza e nell'ottica di una responsabilizzazione, anche in ambito penale, delle aziende stesse.
In questo modo, anche quelle medio-piccole, che sono le principali produttrici di mezzi tecnici naturali - prosegue l'amministratore unico di Agribiotec - possono etichettare con chiarezza e responsabilità i propri prodotti in quanto non sono più necessarie lunghe attese ed ingenti investimenti per la registrazione di prodotti naturali.
D'altro canto l'articolo 38 presenta alcune lacune che andrebbero modificate e che anche noi, come gruppo di aziende produttrici, abbiamo avuto modo di porre all'attenzione della Commissione consuntiva incaricata di modificare il decreto.
Spesso negli articoli pubblicati su diverse riviste del settore si è letto che l'articolo 38 indebolisce il settore biologico e le aziende con prodotti in corso di registrazione, e nel contempo ci si lamenta della mancanza di prodotti disponibili proprio in biologico e della difficoltà per registrarli.
Sorge allora spontanea una domanda: perché l'articolo 38 è visto con tanta diffidenza? Perché alcune aziende cercano di bloccare, stravolgere e burocratizzare il nuovo sistema di autorizzazione? Perché invece non si è cercato di fare chiarezza e spiegare all'utilizzatore finale come sfruttare positivamente questo tanto criticato decreto, come riconoscere un prodotto etichettato secondo legge da uno immesso illegalmente in commercio senza neanche rispettare tutte le richieste indicate nell'articolo 38?
Qualche idea in proposito io ce l'ho, ma siccome ritengo che entrare in polemica con chi già la fa da tempo con tutte le sue forze non mi qualifica certo come interlocutore migliore, preferisco limitarmi ad osservare che comunque l'approccio migliore rimane quello tecnico. E questo gli operatori del settore biologico ed integrato lo hanno già capito, avvicinandosi ai prodotti autorizzati in base all'articolo 38 senza diffidenza e pregiudizi ignorando le inutili polemiche e sorridendo degli slogan propagandistici spesso involontariamente comici" conclude Lameri.
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Rettifica: http://fitogest.imagelinenetwork.com/gupdf/I070.pdf
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Fonte: Agronotizie