Situazione sotto controllo in Italia per la peste suina africana.
Non si registrano nuovi focolai nei suini e il numero di cinghiali che risultano positivi al virus è sostanzialmente stabile (più 45 casi da fine aprile a oggi).
Ma ciò che più conta è l'aver confinato la malattia impedendone l'espansione verso Est.
Il patogeno resta così circoscritto a Liguria e Piemonte, regioni fra le prime ad essere coinvolte, e poi Lombardia ed Emilia Romagna, limitatamente ai focolai, ormai risolti, nel piacentino e nel parmense.
Le iniziative messe in atto dalla struttura guidata dal commissario Giovanni Filippini stanno dando i risultati sperati, anche se sarà necessario ancora tempo per sconfiggere questa malattia.
Numero di animali positivi alla peste suina africana dal 1° gennaio 2022 al 20 maggio 2025
(Fonte: Istituto Zooprofilattico dell'Abruzzo e del Molise)
La peste nella Ue
È importante che nell'Unione Europea la situazione della peste suina africana sia in miglioramento, contribuendo a ridurre il rischio di reinfezioni con gli scambi commerciali.
La conferma arriva da Efsa, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, che in questi giorni ha diffuso un rapporto nel quale si evidenzia la riduzione del numero di Paesi interessati dalla peste suina africana.
Con la Svezia che ora è considerata indenne da questa malattia, scendono a 13 le nazioni europee alle prese con questo virus ed è la prima volta che accade dal 2014, grazie alla assenza di nuovi focolai.
Chi migliora
Migliora in particolare la situazione della Romania, che pur conservando il primato negativo per il maggior numero di focolai segnalati (ben il 66% del totale dei casi di tutta la Ue), può oggi vantare ottimi risultati nel controllo del virus.
Anche in Croazia le misure messe in atto hanno dato buoni risultati ed è soprattutto grazie ai due Paesi citati che il numero di focolai attivi nei suini in tutta la Ue è potuto scendere dagli iniziali 1.929 agli attuali 333.
Un calo dell'83%, sottolinea il rapporto di Efsa, che rappresenta il numero totale annuale più basso dal 2017.
Piccoli allevamenti
Va notato che la maggior parte dei focolai (78%) si è verificata negli allevamenti di suini di piccole dimensioni, con una consistenza non superiore ai 100 capi.
Si intuisce da questo dato la difficoltà ad applicare efficaci misure di biosicurezza negli allevamenti che per dimensione faticano a disporre di un management professionale.
È peraltro probabile che in questi stessi allevamenti sia più frequente l'accesso per gli animali all'ambiente esterno, dalla stabulazione in parchetti all'aperto sino al pascolo semibrado.
Situazione che come intuibile favorisce il contatto fra suini e selvatici, che di questo virus sono il principale serbatoio di trasmissione.
Parlando dei cinghiali, il rapporto di Efsa evidenzia che il 30% di tutti i focolai registrati in questi selvatici è stato individuato in Polonia.
Le misure adottate
I buoni risultati nel controllo della peste suina africana sono il risultato delle azioni di contenimento del virus, a costo di interventi draconiani, come l'abbattimento di tutti i suini coinvolti.
Non meno importanti le attività di sorveglianza negli allevamenti di suini e fra i selvatici.
Nel 2024 queste attività hanno avuto un'accelerazione, consentendo di individuare e isolare i nuovi focolai.
Tenuto conto della stagionalità dei contagi, in crescita nei suini durante i mesi estivi, è forte l'invito a proseguire nelle attività di sorveglianza passiva in particolare nei suini in presenza di manifestazioni cliniche sospette.
Meno suini infetti
Nei cinghiali il numero di focolai notificato è rimasto stabile dal 2022 (fra i 7mila e gli 8mila casi), con una stagionalità meno evidente rispetto ai suini.
Si è ridotto invece il numero dei casi registrati nei suini, ma nonostante ciò le aree sottoposte a livelli di sorveglianza di secondo e terzo livello in Europa sono leggermente aumentate.
Una conferma che nei confronti della peste suina africana non si può abbassare la guardia e che occorrerà ancora molto tempo per mettere in piena sicurezza la suinicoltura europea.