Sono questi i numeri che Lorenzo Fontanesi, presidente di Opas, una delle più importanti organizzazioni di produttori di suini a livello italiano, ha illustrato all’assemblea dei soci, che si è tenuta nei giorni scorsi a Tripoli di San Giorgio.
Il bilancio del 2013, approvato all’unanimità, destinerà gli utili per potenziare il patrimonio di Opas, assecondando un “percorso estremamente prudenziale partito già negli anni scorsi, per fronteggiare le complessità in cui le imprese si trovano ad affrontare il mercato”, ha specificato Fontanesi.
La criticità dell’accesso al credito e, soprattutto, l’allungamento dei tempi di pagamento dei macelli, per Opas, sono due criticità che frenano lo sviluppo armonico del settore. “Tuttavia – ha riconosciuto Fontanesi – gli istituti bancari hanno sostenuto lo sviluppo del fatturato, trasmettendo un segnale di fiducia e credibilità nei confronti della nostra compagine”.
I risultati positivi di Opas, frutto anche della collaborazione particolarmente affiatata con l’op bresciana Assocom, sono stati spinti anche da un mercato nel 2013 sosstanzialmente positivo e comunque con valori più alti rispetto all’anno precedente. “Guardando la categoria dei suini da macello del circuito tutelato – ha rilevato il numero uno di Opas - il prezzo più basso del 2013 è stato di 1,293 euro al chilogrammo e il più alto 1,815 euro: la media dei listini della Cun ha raggiunto 1,5 euro, contro 1,485 del 2012”.
Dati, tutto sommato, soddisfacenti, anche alla luce di una riduzione dei costi delle materie prime, che incidono per il 50% sui costi totali del bilancio aziendale di un allevamento. “La reintroduzione delle farine animali nella dieta dei suini – ha ricordato Fontanesi – potrebbero sostenere un percorso di alleggerimento delle spese per gli allevatori, in una fase che ha già registrato per i produttori spese non indifferenti, dovute dall’adeguamento delle strutture aziendali alle norme europee sul benessere animale”.
Nel 2013 è stato anche l’anno dell’ingresso di Opas nella compagine sociale di due macelli cooperativi: Italcarni di Carpi (Modena) e la Prosus di Vescovato (Cremona). “L’obiettivo – ha assicurato Fontanesi – è quello di puntare ad una valorizzazione maggiore delle carni suine”.