Aumentano anche i soci, che nel 2012 sono diventati 81, ma anche i suini commercializzati, che superano quota 410mila. Sorridono anche i conti di Opas (mol oltre i 194.000 euro), nonostante le difficoltà congiunturali, la diminuzione dei consumi, l’aumento dei costi di produzione e della razione alimentare. Il costo del mangime in Italia nel 2012 si è attestato a 373 euro alla tonnellata, contro una media europea di 303 euro (fonte: Ue).
“L’interesse dei suinicoltori verso Opas è molto alto – ha osservato Fontanesi – e lo confermano gli oltre 114mila suini conferiti dai non soci, un segnale chiaro che la cooperativa sta fungendo da catalizzatore e viene riconosciuta come soggetto economico primario in termini di concentrazione dell’offerta e di dialogo all’interno della filiera”. Proprio sul tema dei rapporti interprofessionali, il numero uno di Opas ha ribadito la volontà di “costruire progetti concreti con i macelli, che non rappresentano una controparte, ma un partner a tutti gli effetti”. In quest’ottica di collaborazione deve essere inteso l’ingresso di Opas in Italcarni, “con la finalità di consolidare un rapporto commerciale e un progetto di valorizzazione delle cosce e della carne suina”.
Le ambizioni di Opas sono di continuare il trend positivo nella vendita dei suini, sostenendo gli allevatori nella collocazione del prodotto, nella compressione dei costi di gestione e in una “programmazione delle produzioni che può perfezionarsi ampliando la base sociale, migliorando la sinergia all’interno della filiera e facendo pressione in Europa affinché nella riforma della Pac trovi spazio il Pacchetto Carne, sulla scorta di quanto avvenuto col latte”. Sempre in una logica di crescita, Opas continuerà la forte sinergia commerciale con la consorella Assocom, con la quale sono già instaurati rapporti di collaborazione impostati su una direzione comune. Le previsioni sono di confermarsi tra le prime op della suinicoltura italiana. Tale previsione ha trovato il plauso anche di Colomba Mongiello, che via Twitter ha scritto: “Finalmente una bella notizia per questo comparto”.
Suinicoltura in sofferenza
“Se analizziamo alcuni dati del settore suinicolo ci accorgiamo che sono in atto cambiamenti radicali nel modo di intendere la filiera suinicola italiana. I dati Istat evidenziano che nel corso del 2012 c’è stata una diminuzione del 12,3% rispetto al 2011 del patrimonio nazionale delle scrofe arrivato a 620 mila capi – ha detto Fontanesi -. Le macellazioni del circuito Dop hanno segnato un meno 3% rispetto al 2011 nonostante il numero dei suini macellati in valore assoluto sia aumentato del 2% arrivando a 13,3 milioni di animali. Ad aggravare la situazione, il calo dei consumi totali di cosce suine dell’11% nel 2012”. Il mercato europeo della carne, secondo la Commissione Ue, “sta subendo gli effetti della recessione economica in atto e la crisi spinge il consumatore a scegliere sempre di più prodotti di basso costo”.
Le previsioni per il 2014
Dal 2014 il consumo di carne di maiale nell’Ue è prevista in aumento fino alla fine del prossimo decennio, ma nel frattempo il calo delle scrofe in Europa è stata del 3,2% a causa delle normative ambientali e sul benessere animale, l’aumento dei costi per l’alimentazione e dei costi generali (burocrazia). In Italia, invece, sta calando il numero degli allevamenti e si concentrano i numeri dei capi.
Il consiglio di amministrazione eletto
Ieri i soci di Opas hanno espresso il Cda che guiderà la cooperativa per i prossimi tre anni: Enrico Bini, Alberto Cavagnini, Lorenzo Fontanesi, Mauro Gambaretto, Guglielmo Golinelli, Francesco Luppi, Luca Mattioli, Sergio Pedercini, Stefano Salvarani, Luca Savoia, Stefano Sereni.
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Fonte: Opas - Organizzazione di produttori allevatori di suini