A fronte del calo delle quotazioni del prezzo del latte alla stalla che sta provocando al chiusura degli allevamenti in tutta Europa, l'Italia tra i grandi paesi produttori (Germania, Francia e Spagna) è l'unico dove la Commissione europea ha rilevato un aumento dei prezzi al consumo per latte e formaggi.
E' quanto afferma Sergio Marini, il presidente della Coldiretti che ha sostenuto la manifestazione degli allevatori europei a Bruxelles.
'Non bisogna perdere tempo', sostiene Marini, 'nel dare attuazione all’impegno assunto dal Consiglio europeo la scorsa settimana con il quale si invita “la Commissione è invitata a presentare un'analisi approfondita del mercato entro i prossimi due mesi, comprese eventuali opzioni per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari'.
La speculazione sui prezzi si combatte, sostiene la Coldiretti, con la trasparenza dell'informazione a partire dall’introduzione dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione (Uht), dei latticini e dei formaggi che troppo spesso utilizzano latte sterile, cagliate, polveri e caseinati importati in grandi quantità dall’estero all’insaputa dei consumatori.
In Italia, precisa la Coldiretti, in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di chili di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina. Il latte italiano prodotto nella 40 mila stalle nazionali è un patrimonio che traina l’intero Made in Italy all’estero che puo’ contare anche su ben 35 riconoscimenti europei per i formaggi ai quali, sottolinea la Coldiretti, viene destinato ben la metà della produzione di latte nazionale.
Una produzione realizzata da oltre 1,8 milioni di vacche da latte in circa 40 mila allevamenti che sono messe a rischio dalla insostenibile forbice dei prezzi tra la stalla e lo scaffale che, conclude la Coldiretti, non consente piu’ di coprire i costi.