Accanto alla croce 'quote latte' per gli allevatori padani si apre la croce nitrati. Scrive Coldiretti Lombardia: 'E' fondamentale arrivare ad una 'rivisitazione generale' di una direttiva comunitaria vecchia di quasi vent’anni. Le istanze che come Italia si devono portare avanti nei confronti dell’Unione europea devono fondarsi sulla peculiarità dell’agricoltura della Pianura Padana, dove si riesce a praticare la doppia coltura (e pertanto c’è una doppia asportazione di azoto), eliminando assurdità come quella della direttiva che prevede da una parte il limite di 170 unità di azoto derivante da sostanza organica, e dall’altra che si possa però integrare con concimi minerali (chimici!) l’ulteriore necessità della coltura'.
In pratica, a causa di una produzione eccessiva di nitrati, gli allevatori e coltivatori chiedono una rivisitazione della Direttiva Nitrati, che tenga conto della tutela ambientale ma senza andare a toccare nè il numero di capi di bestiame né gli allevamenti.
Proprio sulla questione nitrati si aprì un contenzioso per procedura d’infrazione della Comunità europea, poi rientrata lo scorso gennaio, per l’uso oltre i limiti consentiti da una parte di fertilizzanti e dall’altra dei liquami non sufficientemente trattati derivati dall’allevamento intensivo.
Per allevatori e coltivatori però le responsabilità vanno ricercate anche nella industrializzazione delle zone. Si lamenta Nino Andena Presidente Coldiretti-Lombardia: 'Per questo Coldiretti chiede alla Giunta Regionale e all’Assessore Regionale all’Agricoltura Luca Ferrazzi, di passare dalle parole ai fatti e di assumere immediatamente una ferma posizione politica in difesa della zootecnia lombarda stimolando i competenti Ministeri a livello nazionale affinché venga tutelata l’intera nostra agricoltura e che soprattutto metta in evidenza le vere responsabilità sul piano dell’impatto ambientale prodotto dagli altri settori produttivi e nello specifico caso dei nitrati anche dalla collettività civile'.