In difesa del provvedimento, che dal 4 marzo consente l'ingresso in Italia solo di animali da vita vaccinati o naturalmente immunizzati e introduce limitazioni ai transiti di animali da vita e da macello, le autorità italiane si dichiarano pronte ad invocare il 'principio di salvaguardia' anche alla luce dei risultati della recente ispezione comunitaria in Francia, ispezione che ha messo in evidenza le lacune nelle procedure di controllo previste dal regolamento 1266 del 2007. A proposito dei transiti, il ministero della Salute italiano, richiamando la norma comunitaria sul benessere animale Reg. CE 1/2005, opportunamente chiarisce che 'nel corso della movimentazione di animali da vita provenienti dagli altri Stati membri e in transito attraverso zone di restrizione sul territorio francese, sono consentiti: i transiti di animali anche non vaccinati attraverso zone di restrizione francesi con destinazione Italia, qualora ci si avvalga della sosta di un'ora senza scarico, dopo le prime quattordici ore di viaggio, nel territorio francese sottoposto a restrizione; i transiti di animali, anche non vaccinati attraverso zone di restrizione francesi con destinazione altri Paesi membri o terzi, qualora ci si avvalga della sosta di un'ora senza scarico nel territorio francese sottoposto a restrizione e della sosta di 24 ore nel territorio italiano; i transiti di animali anche non vaccinati attraverso zone di restrizione francesi con destinazione altri Paesi membri o terzi, qualora ci si avvalga della sosta di 24 ore nel territorio francese sottoposto a restrizione e della sosta di un'ora senza scarico nel territorio italiano'.
In questo quadro, appare necessario non interrompere il vivace confronto tra le diplomazie francese e italiana anche per il rapido ripristino, in presenza di piene garanzie di tutela del patrimonio zootecnico e della salute dei consumatori, degli scambi commerciali, già compromessi dal diffondersi della malattia in tutto il Nord Europa.
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