Largo ai giovani! Forse.
La Commissione Ue ha presentato il 21 ottobre un documento strategico per favorire il ricambio generazionale in agricoltura. L'agricoltura europea appare infatti molto vecchia: l'età media degli agricoltori è di 57 anni e gli under 40 rappresentano solo il 12% del totale.
In Italia, il Paese anziano per antonomasia nell'Ue, la situazione è ovviamente peggiore. Tanto per capirci: nella mia regione, l'Emilia Romagna - una delle aree con la maggiore profittabilità agricola del Paese, pare - vi sono in tutto 3.500 giovani under 35 che stanno prendendo il posto di ben 30mila agricoltori over 75. Il dato è a dir poco inquietante.
L'accesso alla terra e al credito sono i due problemi principali per i nuovi agricoltori in tutta l'Unione. Agricoltori che, quando decidono di mettere su famiglia, si ritrovano in zone sempre più spopolate e carenti dei servizi sociali di base. Non a caso, dal 2013 al 2019, il numero dei giovani fra i 15 e i 24 anni nelle campagne si è praticamente dimezzato.
La strategia europea appare articolata, con interventi interessanti sia dal punto di vista economico - ad esempio, un contributo forfettario fino a 300mila euro per l'insediamento - sia da quello sociale, come il cofinanziamento dei servizi di sostituzione in azienda in caso di malattia o ferie… o addirittura un Erasmus per giovani agricoltori.
Tuttavia, la visione della Commissione continua a sembrare urbanocentrica: guarda cioè alle campagne come a un semplice complemento delle attività urbane. Bisogna invece riuscire a intendere i territori - urbani e agricoli - in modo integrato, agendo sul sistema della distribuzione alimentare, sulla gestione dei suoli, delle acque, dell'ambiente e del paesaggio.
Bisogna aumentare la dignità e il valore dell'agricoltura locale, favorendo le filiere corte e i patti agricoli locali. Bisogna intervenire sui territori tramite gli agricoltori. Bisogna capire che le aree urbane sono legate a filo doppio con le aree rurali: delle campagne belle, ordinate e sane sono fondamentali per la vita delle città.
Garantire il futuro delle campagne significa garantire quello delle città.






























