Sono stati rispediti al mittente i primi prosciutti di Parma e San Daniele sbarcati in Cina nonostante il via libera formale all'importazione di prosciutti Made in Italy concesso dalle Autorità del paese asiatico già nel luglio 2007. E' quanto afferma la Coldiretti nel precisare che centinaia di prosciutti sono stati bloccati alle dogane con pretestuose motivazioni amministrative. Si tratta - precisa la Coldiretti - di 200 prosciutti crudi di Parma e di 300 prosciutti crudi di San Daniele che una volta giunti sul suolo cinese sono stati fermati dal personale doganale di Pechino che ha adotto come motivazione la mancanza di un codice di regolamentazione scritto. Le prime negoziazioni commerciali per superare gli ostacoli burocratici all'arrivo nel piatto dei consumatori cinesi di uno dei prodotti più rappresentativi del made in Italy risalgono al 2003 e sembravano aver avuto una svolta positiva nell'estate del 2007 con un accordo tra Italia e Cina. Lo stop dei prosciutti italiani alle frontiere appare ingiustificato. Secondo le stime degli operatori il mercato cinese potrebbe assorbire prosciutti italiani per un valore attorno ai 20 - 30 milioni di euro destinati a moltiplicarsi su livelli estremamente elevati di fatturato. Le difficoltà di esportazione nel Paese asiatico riguardano anche altri prodotti italiani come l'ortofrutta fresca ed in particolare mele e kiwi per il mancato superamento degli ostacoli di carattere burocratico, sanitario ed amministrativo, che hanno sino ad ora impedito le spedizioni.