E' significativo che il primo intervento del garante per la sorveglianza sui prezzi avvenga nel settore delle carni dove è diventata insostenibile la forbice tra i prezzi alla produzione e quelli al consumo con i prezzi dalla stalla alla tavola che aumentano di oltre cinque volte per il coniglio e fino a venti volte dal maiale al prosciutto. E' quanto denuncia la Coldiretti, in riferimento alla convocazione della categorie produttive della filiera carne da parte di 'Mr prezzi', nell'annunciare una mobilitazione che domenica 3 febbraio 2008 porterà maiali e conigli nel centro di una grande città come Torino. La manifestazione vuole evidenziare la situazione di crisi dell'allevamento mentre i consumatori sono costretti a sopportare costi insostenibili che mettono a rischio di consumi con cali del 4,2% per la carne bovina e del 2,3% per quella suina. Per il maiale - sostiene la Coldiretti - si è verificato un crollo del 10% del compenso riconosciuto agli allevatori nelle stalle al quale non ha fatto seguito una analoga riduzione dei listini per i consumatori. Il prezzo dei salumi per i cittadini  è aumentato (+2,7%) nonostante che i maiali cresciuti in Italia vengano pagati agli allevatori ad un valore attorno a 1,25 euro al chilo che non riesce nemmeno a coprire i costi di produzione. Il risultato è che il prezzo del maiale dalla stalla alla  tavola moltiplica per cinque se si acquista la braciola, per dieci se si compra il salame e per oltre venti volte se si sceglie il prosciutto, con l'effetto che gli acquisti di carne suina e salumi si sono ridotti del 2,3% nel 2007. Non cambia la situazione, continua la Coldiretti, per il prezzo del coniglio che aumenta del 430% dalla stalla alla tavola a causa delle distorsioni nella distribuzione commerciale che mettono a rischio i consumi, ma anche il primato nell'allevamento dell'Italia che è il primo produttore europeo e il secondo nel mondo dopo la Cina. Il prezzo medio pagato dai consumatori si avvicina agli 8 euro al chilo mentre agli allevatori è riconosciuto un importo di circa 1,5 euro al chilo che mette a rischio la sopravvivenza dei circa cinque mila allevamenti italiani.
In difficoltà anche il settore bovino dove nonostante la forte dipendenza dall'estero con un grado di approvvigionamento della carne, che è attualmente sceso addirittura al di sotto del 50%,  il ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro è intervenuto sulla Commissione europea per favorire l'importazione di carne brasiliana nonostante l'allarme di natura sanitaria lanciato dall'Ue che per la mancanza di garanzia ha deciso forti limitazioni per evitare che nei piatti dei cittadini europei finiscano carni provenienti da zone a rischio di malattie come l'afta epizootica. Un comportamento grave che rischia di aumentare la già difficile situazione di mercato con i prezzi in calo negli allevamenti ed in aumento sul mercato con una riduzione nei consumi del 4,2% nei primi dieci mesi del 2007 secondo i dati Ismea Ac Nielsen. Un discorso a parte, conclude la Coldiretti, merita il settore della carne di pollo che, dopo la forte crisi attraversata a seguito dell'emergenza aviaria che ha provocato una psicosi nei consumi, è tornata su livelli precedenti la crisi con consumi in aumento dell'11%.