L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha confermato, il 27 dicembre scorso, un caso di trasmissione uomo-uomo del virus dell'influenza aviaria. Il contagio è avvenuto in Pakistan, in ambito familiare. I laboratori dell'agenzia delle Nazioni Unite de Il Cairo, in Egitto, insieme a quelli del centro specializzato in influenza di Londra hanno rilevato il passaggio del virus H5N1.
E nella fattispecie del ceppo A nell'uomo di 25 anni di Peshawar ammalatosi il 21 novembre scorso e poi deceduto a soli sette giorni di distanza, il 28. Si trattava di uno dei tre fratelli di un veterinario impegnato dell'uccisione di un allevamento di pollame affetto da influenza aviaria. Tutti, il veterinario e i fratelli, avevano mostrato sintomi riferibili alla malattia. Ma la persona deceduta non aveva preso parte in alcun modo alle operazioni di eliminazione degli animali infetti. Nonostante si tratti del primo caso accertato di trasmissione uomo-uomo del virus H5N1, al momento le autorità sanitarie pakistane sembrano scongiurare il rischio di ulteriore trasmissione del virus nella popolazione.
'In Europa la situazione è sotto controllo e non ci sono pericoli per i cittadini', si afferma dal Centro di referenza nazionale Oie e Fao per l'influenza aviaria all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Padova (Izsve). Anche se il silenzio sotto cui è tenuta nell'ultimo periodo l'informazione riguardante il virus, molti sono gli sforzi che si continuano a fare per controllare il virus, soprattutto in Africa e nel Medio Oriente, dove non hanno i mezzi per contrastare da soli l'espandersi dell'epidemia.