Benché l'olivo sia una pianta rustica, in grado di produrre olive anche in condizioni avverse, una nutrizione bilanciata è fondamentale per ottenere una buona stabilità e qualità delle produzioni. All'olivo, come a tutte le altre colture, servono i macroelementi base, quali azoto, fosforo e potassio, più una serie di microelementi essenziali per il coretto metabolismo.
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La concimazione al suolo è dunque fondamentale per apportare la maggior parte dei nutrienti e mantenere al contempo bassi i costi di gestione, ma una concimazione fogliare mirata può essere importante per mettere le piante nelle condizioni di esprimere al meglio il proprio potenziale produttivo.
Intendiamoci, spesso una buona concimazione al suolo è sufficiente ad ottenere ottime produzioni. Ma se si vogliono superare carenze od ottimizzare la produttività, gli interventi fogliari possono essere uno strumento interessante.
La concimazione fogliare ha infatti il grande pregio di permettere un assorbimento veloce degli elementi. Può essere quindi usata come "soccorso" nel caso in cui vi siano delle carenze, oppure per apportare specifici ioni su organi target, come ad esempio i fiori o i frutti. In questo modo l'elemento nutritivo non deve "percorrere" tutto l'albero (dalle radici ai frutti) per essere assorbito, ma si trova già dove è necessario. Inoltre, essa risulta particolarmente utile negli oliveti in asciutto dove le condizioni di carenza idrica nel suolo rendono scarsamente assorbibili gli elementi minerali, anche se sufficientemente disponibili.
Prima di vedere quali sono i momenti e gli elementi da utilizzare è bene sottolineare come a monte di ogni piano di concimazione sarebbe sempre necessaria una analisi del terreno, in modo da sapere quali sono gli elementi disponibili, e magari anche fogliare, in modo da intercettare eventuali carenze che possono anche essere indipendenti dalla presenza del microelemento nel terreno (il boro ad esempio, seppure presente nel suolo, viene difficilmente assorbito in suoli calcarei, con un pH superiore a 7).
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Elementi e timing per una corretta concimazione fogliare dell'olivo
Superata la fase di riposo vegetativo, che coincide con l'inverno, l'olivo riprende il suo sviluppo in primavera e qui si verifica un aumento del suo fabbisogno di nutrienti (soddisfatto primariamente dalla concimazione al suolo). Per sostenere la fioritura e gettare dunque le basi per una produzione abbondante di olive può essere necessario intervenire con una concimazione fogliare a base di boro alla mignolatura e poi quindici giorni dopo la fioritura (quest'ultimo intervento meno necessario del primo).
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La prima applicazione ha l'obiettivo di migliorare la fioritura e la fertilità dei fiori, mentre la seconda migliora l'allegagione e diminuisce la cascola precoce. L'applicazione del boro deve avvenire con una soluzione non superiore allo 0,1% e può essere arricchita con un concime fogliare a base di urea.
Questo elemento azotato non solo è fondamentale per lo sviluppo vegetativo, ma aiuta anche la penetrazione nei tessuti fogliari di altri elementi. L'azoto deve essere fornito ad una concentrazione massima di 1-1,5% e comunque valutando sempre la dose in relazione alla concimazione primaverile effettuata al suolo.
Oltre che in pre fioritura l'azoto può essere somministrato anche nel periodo che va dall'allegagione ad inizio inolizione e per praticità può essere abbinato ad un trattamento fitosanitario. In questo periodo l'apporto di azoto stimola l'accrescimento delle drupe, fattore chiave soprattutto per chi produce olive da mensa. In questo caso occorre valutare uno o più interventi.
Tabella: Nutrienti concimazione fogliare olivo
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Interventi che, al bisogno (ad esempio in anni di carica), possono essere effettuati anche in pre raccolta, con lo scopo di stimolare e quindi prolungare l'attività vegetativa e di conseguenza aiutare la pianta a ricostruire lo stock di nutrienti che saranno necessari l'anno successivo alla ripresa vegetativa. Bisogna, però, porre attenzione ad evitare un eccessivo prolungamento dell'attività vegetativa in ambienti freddi dove le basse temperature potrebbero danneggiare i tessuti resi più suscettibili dalla loro attività di crescita.
Altro elemento chiave in olivicoltura è il potassio, alla base di tutti i processi energetici degli esseri viventi. Nell'olivo il potassio migliora la fruttificazione, riduce la cascola e stimola una migliore inolizione. L'olivo consuma grandi quantità di potassio, che si concentra nei frutti, dove è presente circa il 60% dello stock a livello di pianta.
Se ne consiglia l'apporto per via fogliare da allegagione ad inizio inolizione attraverso l'impiego di soluzioni allo 0,2-2%, ad esempio di monofosfato di potassio.
Insieme al potassio è anche possibile fornire calcio nella fase di maturazione. Il calcio, partecipando alla formazione delle pareti cellulari, aumenta il turgore e la resistenza meccanica agli urti.
Nell'ambito di una ricerca italo spagnola sono stati testati trattamenti con cloruro di calcio a differenti concentrazioni (0,5% e 1%) su oliveti dalla fase di allegagione fino a prima della raccolta. I trattamenti fogliari hanno portato ad un miglioramento delle proprietà meccaniche, con una cuticola più resistente agli urti e una polpa più soda, elemento chiave per chi fa olive da mensa. Inoltre è stato riscontrato un aumento di olio nella polpa e la concentrazione di fenoli.
Oltre a questi elementi è importante individuare eventuali carenze di specifici microelementi, come ad esempio il magnesio o il ferro.
Attenzione al metodo di applicazione
Infine, occorre prestare attenzione alle condizioni di applicazione della soluzione, il cui assorbimento può essere influenzato da parametri quali temperatura ambientale, radiazione luminosa, umidità relativa e ventosità. Sono da evitare le concimazioni fogliari in giornate caratterizzate da elevata domanda evapotraspirativa (umidità relativa minore del 70%, temperatura dell'aria maggiore di 25°C, vento superiore agli 8 chilometri/orari) poiché l'acqua della soluzione tende ad evaporare rapidamente limitando così l'assorbimento dei nutrienti.
Inoltre è bene valutare sempre i costi e i benefici dei trattamenti, acquistando al contempo prodotti di qualità, in grado di apportare alle piante gli elementi di cui hanno bisogno senza creare problemi alle attrezzature.