La gestione professionale e moderna del vigneto per la produzione di uve e vini di pregio richiede il continuo aggiornamento delle tecniche e delle tecnologie applicate, in funzione del livello sempre più alto di qualità richiesto dal mercato e anche dei cambiamenti climatici in atto.
In questa prospettiva, garantire una nutrizione ben calibrata del vigneto mediante una corretta tecnica di concimazione è un aspetto centrale, ma troppo spesso sottovalutato per la convinzione generica che la vite sia una coltura rustica, per la quale le concimazioni sono trascurabili, se non addirittura negative. Negli ultimi quattro anni
Compo ha analizzato i suoli di numerose aziende vitivinicole e realizzato centinaia di analisi fogliari per ottimizzare i consigli di concimazione.
In un gran numero di casi, su tutto il territorio nazionale, la situazione nutrizionale dei vigneti presenta carenze, non solo di ferro, magnesio e boro, ma anche di azoto, e in certi casi anche di fosforo e potassio. Gli eccessi di azoto negli anni '60-'70 favorivano diffusi attacchi di botrite e molti viticoltori hanno ridotto le concimazioni azotate; oggi, dopo decenni di scarse o nulle distribuzioni di questo elemento fondamentale, la concimazione torna ad essere tecnicamente valida.
E' da considerare, inoltre, che oggi si perseguono obiettivi ben più ambiziosi di qualità e produzione e sono disponibili concimi innovativi, capaci di rispondere a tali obiettivi nel pieno rispetto dell'ambiente. Un altro aspetto che induce a riconsiderare le concimazioni è connesso con il cambiamento climatico. L'aumento medio della temperatura e la differente distribuzione delle precipitazioni nell'anno stanno già oggi modificando le fasi fenologiche classiche, anticipando la ripresa vegetativa e la maturazione delle uve, ma inoltre influenzano la dinamica degli elementi nutritivi nella pianta e gli aspetti qualitativi, organolettici e sensoriali. La più rapida maturazione delle uve si traduce spesso in un minore contenuto di azoto negli acini. L'azoto è la risorsa principale per i lieviti responsabili della formazione dei composti aromatici fruttati, determinanti per la caratterizzazione sensoriale dei mosti. Una carenza di azoto negli acini può manifestarsi nella produzione di aromi indesiderati da parte dei lieviti. Una nutrizione azotata equilibrata è garanzia di un corretto livello di azoto, non solo nella fase vegetativa, ma anche nella fase di maturazione delle uve. Si devono evitare sia le carenze, sia gli eccessi di azoto causa di lussureggiamento vegetativo e conseguente scadimento della qualità e maggiore suscettibilità alle fitopatie.
Queste considerazioni sono tra i risultati di sperimentazioni pluriennali, su vitigni diffusi come Chardonnay, Moscato, Nebbiolo, Merlot, Traminer Aromatico, Cabernet Sauvignon che Compo ha sviluppato nell'ultimo decennio, con i più autorevoli centri di ricerca a livello nazionale, per identificare le migliori tecniche di concimazione del vigneto. Le evidenze sperimentali confermano che, mediante una ben calibrata nutrizione minerale, si possono migliorare, non solo lo sviluppo vegetativo e la produzione, ma anche importanti aspetti qualitativi come l'accumulo degli zuccheri, lo sviluppo degli aromi, il processo di fermentazione e persino le note sensoriali dei vini. La tecnica ottimale di fertilizzazione nella proposta di Compo si basa su una distribuzione frazionata degli apporti nel corso dell'anno: una applicazione primaverile ed una dopo la raccolta, in autunno, utilizzando concimi ideati specificamente per la viticoltura. Dopo la raccolta, quando ancora l'apparato radicale è in attività, si distribuiscono 2-3 q/ha di Nitrophoska® Gold® 15-9-15, contenente azoto a lenta cessione sotto forma di ISODUR®, isobutilendiurea. La concimazione post-raccolta con azoto a lenta cessione ha l'importante finalità di sostenere la pianta nel costruire le riserve negli organi perenni prima della dormienza invernale, in modo che possano essere rimobilizzate velocemente alla ripresa vegetativa. Fino al germogliamento, infatti, l'attività radicale sfrutta, fino a completo esaurimento, le riserve disponibili nel legno, quindi è cruciale che, dopo la vendemmia dell'anno precedente, si ricostituiscano le riserve per l'anno successivo. In assenza di un adeguato livello di riserve la pianta reagirebbe con abbondanti allegagioni, ma senza avere poi le risorse sufficienti a sostenerne la produzione in grappoli.
E' risultato efficace anche l'impiego di prodotti come Nitrophoska® Top 12-5-17, i cui granuli di concime sono rivestiti da una dispersione cerosa (Poligen W3®) che si decompone nel terreno in funzione della temperatura; con questo processo non solo l'azoto ma anche fosforo, potassio e tutti i microelementi sono rilasciati gradualmente, in modo coordinato con le capacità di assorbimento della pianta, dando luogo a uno sviluppo vegeto produttivo perfettamente equilibrato
In questi concimi ai tre macronutrienti, presenti in rapporto equilibrato, si affiancano lo zolfo, determinante nella formazione degli zuccheri e degli aromi, e altri elementi fondamentali, quali Magnesio, Ferro e Boro, la cui carenza è diffusa nei nostri ambienti, in specie nei suoli calcarei.
Talvolta carenze di magnesio si accompagnano a dotazioni elevate di potassio; in tali situazioni risulta efficace la distribuzione di Entec® Magnesium, con azoto stabilizzato dall'inibitore della nitrificazione 3,4 DMPP®, 6% di magnesio e zolfo. Anche in questo caso la nutrizione azotata mediante il rilascio graduale dell'elemento risponderà al duplice scopo dell'equilibrato sviluppo vegeto-produttivo della coltura e dell'ottenimento di uve e mosti di qualità eccellente.
Gli obiettivi di qualità raggiunti con i prodotti Compo sono il frutto di una tecnica razionale applicata con concimi unici, ad alto contenuto tecnologico e con elevati standard qualitativi che permettono di ottenere ottimi risultati anche dal punto di vista enologico.