La pasta è uno dei settori chiave dell'export italiano ed uno dei prodotti più importanti dell'agroalimentare del nostro Paese con un mercato dai numeri imponenti. In questo settore la qualità della materia prima ha un ruolo preminente e dunque il processo di produzione del grano duro riceve la massima attenzione dagli stessi trasformatori.

Uno dei parametri fondamentali, il contenuto di proteine, è legato strettamente ad una corretta fertilizzazione azotata. Solo con una dose di azoto ben bilanciata è possibile ottenere un tenore proteico adeguato alle esigenze dei trasformatori senza rinunciare ad una resa soddisfacente.

Dalla necessità di una concimazione efficiente proviene il crescente interesse riservato ai concimi con inibitore della nitrificazione.

L'inibitore di più recente sviluppo, attivo a concentrazioni molto inferiori ai precedenti, è il 3,4 DMPP, brevettato dalla BASF nel 1999, che caratterizza gli Entec®, concimi azotati semplici o complessi (NP, NPK) distribuiti, anche in Italia, da K+S Nitrogen.

In dieci anni (2000-2010) i vantaggi degli Entec® sono stati verificati nella pratica aziendale in tutte le zone cerealicole d'Italia e hanno trovato conferma nelle sperimentazioni pluriennali, entrando a far parte delle scelte consigliate nell'ambito dei contratti di filiera, che oggi coinvolgono i maggiori centri di stoccaggio in Emilia, come in Puglia o nelle Marche.

Il primo e più diffuso concime Entec® applicato al grano duro è l'Entec® 26 (figura 1), ben noto a tutti i cerealicoltori professionali, che ha caratteristiche uniche: diversamente dal comune nitrato ammonico contiene, infatti, una percentuale inferiore di azoto nitrico (7,5%) e una maggior quota di azoto ammoniacale (18,5%) unitamente al 32% di zolfo.

Figura 1: Entec® 26 è il primo prodotto con inibitore della nitrificazione 3,4 DMPP diffuso in Italia, con azoto nitrico, ammoniacale e alto contenuto in zolfo

Entec® 26 unisce i benefici del solfato ammonico con la doppia forma di azoto del nitrato ammonico. Il rapporto tra nitrico e ammoniacale è molto più vicino alle esigenze della coltura alla ripresa primaverile. L'apparato radicale in queste fasi può intercettare limitate quote di azoto a pronto effetto, quindi si avvantaggia della disponibilità di azoto graduale e durevole dovuta all'azione dell'inibitore DMPP. Si riducono le perdite per dilavamento e volatilizzazione, si possono applicare dosi adeguate agli obiettivi di resa e di qualità del grano senza favorire l'allettamento e senza aumentare il numero di passaggi, si favorisce l'accestimento e il regolare sviluppo della coltura con evidenti vantaggi rispetto ai concimi convenzionali (figura 2).

Figura 2: Entec® 26 si applica sul grano nelle fasi di accestimento e levata

Si è potuto verificare che i piani di concimazione interamente realizzati con Entec® (figura 3) sono in grado di sostenere la qualità richiesta del mercato, con performance migliori e più costanti rispetto ai concimi convenzionali (figura 4), e contemporaneamente rispondono alla richiesta di minor impatto ambientale che è sempre più centrale nella politica agraria comune e negli incentivi per lo sviluppo rurale.


Figura 3: lo schema di concimazione con i concimi Entec® si adatta a tutte le realtà dove è coltivato il grano duro, Nord, Centro e Sud Italia

 

Figura 4: sperimentazione decennale sul grano duro in località Foggia. Con un unico passaggio alla terza foglia (3a colonna, verde) è possibile migliorare resa e tenore proteico rispetto a 3 passaggi con l’azoto non stabilizzato (2a colonna, arancio). Ancora maggiore il vantaggio completando con Entec® 26 (4a colonna verde scuro).

 

 

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