Sistemico e attivo essenzialmente sulle infestanti a foglia larga, 2,4-D è un erbicida nato negli anni '40, imponendosi poi come diserbante in tre differenti forme chimiche, ovvero 2,4-D (estere), 2,4-D (sale) e, ancor più differente, 2,4-DB (sale). La sua efficacia deriva dalla capacità di mimare l'azione delle auxine, ormoni vegetali il cui eccesso risulta deleterio per la fisiologia delle piante. Per tale meccanismo di azione, tutte e tre le forme di questo diserbante sono state collocate nel gruppo HRAC O, quello appunto delle auxine sintetiche.

Selettivo verso le graminacee, viene assorbito per via fogliare e traslocato al resto della pianta. Una volta giunto a bersaglio, agisce a livello di meristemi turbando la differenziazione dei tessuti, lo sviluppo delle cellule ed inibendo la crescita delle piante.

Nel suo passato anche una parentesi bellica, quando venne ampiamente utilizzato per comporre il famigerato Agente Orange, il diserbante irrorato dalle forze americane sulle jungle vietnamite, al fine di snidare i vietcong.

A oltre 70 anni dalla sua nascita, questo diserbante ricopre ancora oggi una notevole importanza nel controllo delle infestanti nei cereali a paglia, verso i quali risulta selettivo.  
 

Oggi, secondo Fitogest.com

Dieci le formulazioni di 2,4-D (estere), attualmente riportate in banca dati Fitogest.com come autorizzate. Cinque di queste contengono unicamente 2,4-D, mentre le altre cinque sono miscele a due o più vie.

Salgono a 22 le registrazioni che risultano autorizzate a base di 2,4-D (sale). Di queste, sette contengono la sostanza attiva da sola e altre 15 in miscela.

Infine il 2,4-DB (sale): è anch'esso un erbicida selettivo che viene assorbito in poche ore attraverso gli stomi fogliari nonché dai semi, di cui impedisce la germinazione. Agisce per contatto e riesce ad esplicare una azione diserbante fino a 10 giorni dopo il trattamento. Risulta fotolabile in acqua in 2-4 giorni, venendo degradato in anidride carbonica per via microbica. Per avere migliore attività occorre effettuare il trattamento nelle ore più calde della giornata, attenendosi alle dosi più elevate a temperature al di sotto dei 18° C. Cinque le registrazioni attualmente raccolte in banca dati, tutte contenenti la sostanza attiva da sola a differenti concentrazioni.