La Spagna perde definitivamente la sua battaglia contro le istituzioni comunitarie che obbligano a dichiarare nelle etichette che accompagnano le confezioni di agrumi eventuali conservanti o sostanze chimiche utilizzate in trattamenti post-raccolta. La Spagna aveva presentato ricorso nel 2011 chiedendo di rimuovere la frase incriminata dagli allegati tecnici del regolamento 543/2011 sull'organizzazione dei mercati degli ortofrutticoli freschi e trasformati. Il ricorso è stato dapprima bocciato dal Tribunale Ue con sentenza del 13 novembre 2014, cui la Spagna ha presentato appello alla Corte Ue, che con sentenza del 3 marzo 2016 ne ha confermato il respingimento.

Poichè la giustizia comunitaria ha due soli gradi di giudizio, la sentenza è da considerarsi definitiva e la Spagna, leader europeo dei trattamenti in post-raccolta degli agrumi, dovrà rassegnarsi a rendere partecipi anche i consumatori delle scelte dei produttori in materia di protezione degli agrumi dalle malattie da conservazione e/o delle pratiche adottate per migliorarne l'aspetto esterno.

Non sappiamo se questa sentenza possa essere considerata una vittoria per il made in Italy, certo è che in generale una maggiore trasparenza nell'etichettatura dei prodotti alimentari gioca sempre a favore delle produzioni nazionali, e probabilmente anche in questo caso i produttori italiani responsabili ne trarranno un beneficio, assieme ai consumatori.

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
  1. Regolamento di esecuzione (UE) N. 543/2011 della Commissione del 7 giugno 2011 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1234/2007 nei settori degli ortofrutticoli freschi e degli ortofrutticoli trasformati
  2. Sentenza del tribunale (Ottava Sezione) del 13 novembre 2014 della causa T – 481/11
  3. Sentenza della corte (Settima Sezione) 3 marzo 2016